La novità: mercato chiuso il 2 settembre alle 23, giusto ripetersi?Beppe Bozzo ha risvegliato gli ultimi due giorni di calciomercato dal torpore. 1 settembre 2013, nel pomeriggio trapela una notizia che giornalisticamente è impossibile non approfondire. Quagliarella alla Roma, Gilardino alla Juve e Borriello al Genoa. Una trattativa a cui società e agenti hanno lavorato ininterrottamente. Alla fine però niente da fare. La Juventus ha deciso di tenere Quagliarella, così Gila è rimasto al Genoa e Borriello continua a vestire la maglia della Roma. E a gennaio? Chissà.
La novità: mercato chiuso il 2 settembre alle 23, giusto ripetersi?
“Credo che il mercato sia troppo lungo e snervante. Tutti arrivano a riserva, perché il dispendio di energie è elevato. Il calciomercato deve essere più breve, fa bene a tutti: allenatori, giocatori, agenti e dirigenti. E la chiusura alle 23, beh… giusto uniformarsi ad altri mercati”.
Se il mercato fosse chiuso prima non ci sarebbe stato il tempo di ragionare sulla maxi operazione. O no?
“No, queste operazioni possono nascere anche prima. Se il mercato si fosse chiuso il 10 settembre forse sarebbero natate anche altre operazioni. Ci sono trattative che possono essere fatte prima, senza alcun problema”.
1 settembre 2013, comincia a divulgarsi la notizia della possibile maxi operazione. Com’è andata?
“L’idea è nata nel momento in cui si sono venuti a creare diversi incastri, quindi la possibilità che Quagliarella chiedendo più spazio potesse andare via dalla Juve e quando c’è stata questa apertura bisognava trovare un sostituto. Gila è sempre piaciuto ai bianconeri e così si erano creati i presupposti per poter ampliare il giro ad un altro attaccante che potesse sostituire Alberto. Era stato individuato in Borriello. Non era facile, ma ci si poteva ragionare. Ci sono stati dei ripensamenti e così si è preferito soprassedere”.
E Quagliarella è rimasto bianconero…
“Fabio comunque non voleva lasciare la Juventus, chiedeva semplicemente maggiore spazio perché sa di poter essere utile. E poi Conte ha sempre creduto in lui. A Fabio sono arrivate diverse offerte, dall’Italia e dall’estero, ma la società ha deciso di trattenerlo perché – come ho sempre detto – è nei programmi della Juventus ed è considerato un giocatore importante. Poi è normale, quando sei in una grande squadra devi accettare il turn over. La cosa che mi ha dato maggiore soddisfazione è che alcuni dirigenti sono tornati a parlarsi ed è importante che ci siano toni distesi tra tutti. Faccio un esempio: in Spagna sono state fatte alcune operazioni nel mercato interno e questo rigenera l’economia di un campionato. Il Real Madrid ha speso 39 milioni di euro per Illaramendi, il Valencia ha investito su Pabon. C’è bisogno di tornare al passato e che i grandi club comprino dai medi in modo che questi investano sui più piccoli e rigenerare le risorse economiche”.
Gilardino aveva chiesto la cessione?
“No, mai. Ad ogni sessione di mercato Alberto è stato oggetto e soggetto di trattative, poi è evidente che quando c’è l’interesse di una grande squadra questo non possa essere sottaciuto. Gila sta bene al Genoa, può giocare con continuità e fare bene. E poi è l’anno del Mondiale”.
Sbagliato pensare che a gennaio si riparlerà di tutto questo?
“Può succedere tutto il contrario di tutto. Poi si vedrà”
Fonte: tuttomercatoweb