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LEGGO I due presidenti

James Pallotta

(F. Balzani/E. Sarzanini) Presidenti a lingua sciolta, tra sogni (che sembrano sempre più lontani) e reprimende (che indispettiscono sempre più i tifosi). Pallotta e Lotito hanno scelto lo stesso giorno per parlare alle loro deluse tifoserie. PALLOTTA – Stadio, mercato e idee difficilmente realizzabili (come lo scanner facciale ai tornelli). Pallotta, dopo il duro tweet nei confronti della stampa di due giorni fa («basta scrivere cavolate»), è tornato a parlare durante il Bloomberg Sports Business Summit 2013 di New York. Ha risposto in primis al vice dg di Unicredit Fiorentino, che martedì ha definito «complicato e non in agenda» il progetto stadio, e poi al sindaco Marino che ieri ha ribadito di «non aver ancora ricevuto alcuna notizia». «Stiamo lavorando da 18 mesi per costruire uno stadio – ha detto Pallotta – giochiamo all’Olimpico con 80.000 persone che non riescono a vedere bene la partita. In Italia poi è molto difficile comprare un biglietto. Noi abbiamo provato a cambiare qualcosa ma il quadro normativo è molto complicato e comunque faremo degli annunci importanti nei prossimi due mesi. Per ora posso dire che Nike avrà un suo superstore all’interno dello stadio. Quanto costerà? Tanto. Ci doteremo di sistemi di telecamere e scanning. Sarà uno stadio di 60.000 posti disponibile anche per le squadre della Mls che vorranno venire a visitarci». Major League con cui Pallotta vorrebbe costuire un rapporto intenso: «Vorremmo avere un legame sempre più forte come accade per altri top club europei. Mi riferisco al trasferimento temporaneo dei giocatori, una pratica che possiamo mettere in piedi con i top players». Poi sul mercato appena concluso:«Abbiamo fatto operazioni importanti: abbiamo acquistato Marquinhos per 3 milioni e lo abbiamo rivenduto a 30, liberando così risorse per comprare tre o quattro giocatori, tra cui Strootman. Un altro affare è stato Lamela, rivenduto a 21 anni a 35 milioni».

LOTITO – E il mercato ha fatto svanire il “bonus” Coppa Italia per Lotito. Da ieri è di nuovo guerra fredda tra il presidente e i tifosi. La scintilla le dichiarazioni del patron a margine della presentazione della maglia celebrativa per Silvio Piola: «Tifosi delusi dal mercato e con il mal di pancia? Prendessero un Alka Seltzer». Parole che hanno scatenato la rabbia dei supporters biancocelesti, che si sono sfogati su radio e social network e che per domenica hanno annunciato una contestazione. Lotito ha poi rincarato la dose: «Il primo scontento sono io perché la gente non viene allo stadio. E se non vengono allo stadio non possono parlare. Siamo l’unica società che, pur avendo avuto tante offerte, non si è privata dei propri gioielli. Abbiamo speso oltre 28 milioni milioni e fatto una rosa competitiva per affrontare tutte e tre le competizioni». Inevitabile non tornare sul tormentone Yilmaz, il cui mancato arrivo ha dato il via alla constatazione dei sostenitori biancocelesti: «Il tifoso deve andare allo stadio e tifare poi se a campionato finito ritiene che i risultati non l’hanno soddisfatto, può criticare. Yilmaz non era nei nostri piani poi ci è stato offerto. Avevamo l’accordo con il Galatasaray e con il calciatore, ma poi al momwento di firmare ho subito un tentativo di estorsione dal suo agente e ho mollato». Nonostante mostri grande sicurezza sul suo operato, però, Lotito ha deciso di cautelarsi reintegrando Sculli che stamani sosterrà le visite di idoneità alla Paideia e oggi arriva Perea.

 

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