(M. Evangelisti) – Stanno rimettendo ordine dappertutto. In campo, negli spogliatoi, nelle casse. Se lo stiano facendo nel modo giusto sarà l’esperienza a dirlo: inutile ragionarci su in corso d’opera e dopo due vittorie in quelle che il direttore sportivo Walter Sabatini definisce partitelle, supponiamo per puro gusto del paradosso e senza alcuna volontà di offendere Livorno o Verona.
Pallotta ha designato espressamente Garcia «il primo allenatore scelto da me» . Togliendosi così di dosso la polvere lasciata dai crolli di Luis Enrique e Zdenek Zeman. Garcia ha espresso al presidente le proprie condizioni: toglietemi tutto, Marquinhos, Lamela, Osvaldo se serve, ma non il mio Pjanic. Così Sabatini nel vasto raggio della sua libertà di manovra ha dovuto impegnarsi a non varcare quelle Colonne d’Ercole. Per questa stagione, almeno. (…)
STABILITA’ – Pallotta a sua volta ha affidato a Garcia i pieni poteri sulle questioni di campo. A lui adesso interessa riportare una società per vocazione abbastanza anarchica sotto l’unica bandiera della sua gestione. Il rigore economico che sta imponendo non deriva solo dalla legittima ma francamente sgradevole ansia di non rimetterci del proprio. E’ frutto anche della convinzione che solo un fair play finanziario anche autoimposto può garantire stabilità. (…)