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ROMA-LAZIO Casiraghi: “Il gol in acrobazia al derby è il ricordo più bello. Zeman maestro di calcio ma troppo rigido”

Pierluigi Casiraghi

L’ex tecnico della Nazionale Under 21 Pierluigi Casiraghi ha parlato della sua esperienza nel derby di Roma con la maglia della Lazio sotto la guida di Zdenek Zeman. Queste le sue parole:

Modi e tempi inusuali per il trasferimento del centravanti della Nazionale. Come è arrivato alla Lazio?

“Non lo so. Avevo fatto la preparazione con la Juve, anche le amichevoli. Per il sottoscritto era tutto nella norma. C’erano voci su di me, non solo la Lazio, ma anche la Roma pareva volermi. Il 5 agosto ecco la svolta, con una trattativa che si chiuse in poche ore.

Il primo ricordo di Roma qual è?

“I colori, una vera esplosione di colori, grazie anche al sole di agosto. Una sensazione magnifica”.

Con Zeman hai toccato i picchi più alti, perché?

“I motivi essenzialmente sono due: la sua preparazione atletica e il suo sistema di gioco. Io credo che gli allenatori si dividano in due categorie: quelli che ti insegnano qualcosa e quelli che non ne sono capaci. Zeman è della prima schiera, come i Mino Favini, i Sergio Vatta. Un maestro di calcio, merce rara”.

Tutti ricordano un Lazio-Fiorentina 8-2, con poker di Casiraghi, 5 marzo 1995.

“Erano sessant’anni che un giocatore della Lazio non faceva quattro gol in una partita. Ma il momento più esaltante fu il primo gol nel derby, il 23 aprile 1995, in rovesciata sotto la Curva Sud. Alla vigilia avevo scommesso con un amico che non avrei esultato. Ho resistito una decina di secondi, poi sono scoppiato. Riscattammo la pesante sconfitta dell’andata”.

Le cronache dell’epoca parlarono di un ammutinamento della squadra nei confronti di Zeman.

“E’ vero. E qui sta uno dei limiti del mister, la sua poca elasticità. Il derby romano è una sfida terribilmente sentita. Non è una partita come le altre. L’atmosfera, lo stadio, le bandiere, gli striscioni, il botta e risposta tra le curve. Una cosa indescrivibile. L’effetto benefico dura per intere settimane. E siccome all’andata si era perso 3-0, al ritorno volevamo vincere a tutti i costi”.

E ci fu lo sciopero bianco…

“Semplicemente giocammo un calcio più accorto, coi terzini meno arrembanti e noi d’attacco più corti. Aspettammo la Roma a centrocampo e colpimmo. Si vinse, ma il martedì Zeman si incazzò di brutto. Se la prese con Rambaudi. Purtroppo il mister ha sempre dimostrato una rigidità che non gli ha mai giovato”.

Fonte: Guerin Sportivo

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