(G. Toti) – E’ la prima volta in assoluto che un derby di campionato si gioca a settembre ed è la prima volta, dal dopoguerra a oggi, che la sfida fra Roma e Lazio va in scena alla quarta giornata. Questo vuole dire soprattutto tre cose: la prima è che chi vincerà la stracittadina non avrà comunque svoltato la stagione; la seconda è chi che perderà non dovrà farne una tragedia perché avrà tutta la stagione davanti per recuperare; la terza, la più importante e in un certo senso conseguenza delle precedenti due, è che a rischiare di perdere la faccia – oggi pomeriggio – è soprattutto la città. Ancora una volta. A Roma, purtroppo lo sappiamo bene, tutti i derby sono particolari e pericolosi.
Ma questo forse lo è un po’ più degli altri. Perché arriva quattro mesi dopo la finale di Coppa Italia, l’«evento» che il 26 maggio scorso ha portato in trionfo la Lazio – vincitrice con un gol di Lulic – annientato lo spirito della Roma e determinato un clima fin troppo gioioso da un lato, e tristemente avvelenato dall’altro. Un clima che ci siamo portati dietro per tutta l’estate e allora forse è un bene che questa sfida arrivi così presto. La Roma la affronta in testa alla classifica assieme al Napoli: tre partite, tre vittorie, nove punti, un rapporto con la propria tifoseria che si sta faticosamente ricomponendo. La Lazio ci arriva con affanno e con tre lunghezze di distacco: doppio schiaffo contro la Juventus (il primo nella finale di Super-coppa) e due vittorie interne non troppo esaltanti. Dunque i motivi di interesse, calcisticamente parlando sono tanti. Capire, innanzitutto, se con l’esordiente Rudi Garcia la Roma ha davvero voltato pagina e quest’anno davvero può recitare un ruolo da protagonista.
L’inizio è stato molto buono e molto incoraggiante, ma a Trigoria hanno paura di scottarsi pure con l’acqua fredda. E poi scoprire se la Coppa Italia vinta quattro mesi fa è stata solo un’impennata salvifica ma illusoria, oppure se la Lazio si fonda ancora su basi solide e competitive, sebbene non più di primissimo pelo. La sfida di questo pomeriggio probabilmente offrirà qualche spunto in più su cui riflettere e grazie al quale valutare un po’ meglio le due squadre. Ma più di ogni altra cosa, molto più del grado di affidabilità di Roma e Lazio, servirà a verificare o meno il grado di maturità del pubblico. Gli occhi di tutti, anche stavolta, sono puntati sulle due tifoserie, sulla città e sulla sua capacità di proteggersi, senza subire l’oltraggio della violenza cieca e folle di un teppismo che non conosce tregua.
Ricordiamo perfettamente le polemiche e le paure che accompagnarono il derby del 26 maggio scorso, conclusosi con Trigoria assediata e i calciatori della Roma aggrediti. Le stesse che hanno determinato la scelta di giocare alle ore 15, e non in notturna (per fortuna) e la minaccia del prefettoGiuseppe Pecoraro di far disputare la partita di ritorno lontano dalla Capitale in caso di incidenti. Essere ottimisti è ogni volta più difficile. Speriamo di sbagliarci, ma l’ipotesi di un derby lontano, e magari pure a porte chiuse, non ci sembra poi tanto remota.