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IL TEMPO Adesso pensiamo al Bologna

Conferenza stampa Garcia

(E.Menghi) Garcia si sente il fiato sul collo. La sua Roma è l’unica ad aver fatto il pieno di punti nelle prime cinque partite, ma questo non basta a rassicurarlo.

Perché alle spalle ci sono inseguitrici di valore, che possono balzare al comando della classifica da un momento all’altro. Inter, Napoli e Juventus giocheranno prima dei giallorossi, che avranno tra le mani un’arma a doppio taglio.

La pressione può fare brutti scherzi, ma può anche essere la spinta in più che serve per non «ammorbidirsi» troppo. Il francese consiglia di non fare calcoli e di guardare solo in casa propria, ma i risultati dagli altri campi non potranno essere accolti con indifferenza, nonostante i manifesti di umiltà di Garcia: «Siamo primi per il momento, ma se vediamo alle nostre spalle ci sono solo due punti che ci distanziano dalle altre e parliamo di grandi squadre. La classifica non conta, la cosa più importante è la partita con il Bologna e il nostro cammino, non quello degli altri».

Gli unici «altri» che tiene sotto osservazione sono i rossoblù di Pioli: «Abbiamo studiato quasi tutte le partite del Bologna: è una squadra con molte qualità, in grado di fare gol. Ha un calciatore molto importante come Diamanti. L’ho visto all’Olimpico in Nazionale contro l’Argentina e quando è entrato ha cambiato il gioco dell’Italia. Il pericolo sarà quello di considerare la partita già vinta in partenza e questa è la più difficile dall’inizio della stagione. Dovremo essere al 100%, forse di più, per allungare la striscia positiva». Quella che non era mai riuscita a nessuno prima di lui.

Garcia però spegne gli entusiasmi sperando che non sia troppo tardi per scomparire dagli schermi che lo etichettano come il «Messia francese», l’allenatore capace di gestire uno spogliatoio con cui i suoi predecessori avevano avuto più di un problema («l’importante è che i giocatori osservino le regole e che siano valide per tutti») e di rilanciare le ambizioni di una società che l’Europa non la vuole più guardare in tv, ma giocarla. «Sinceramente penso che il risalto che ci stanno dando sui giornali sia troppo, perché non abbiamo vinto niente per il momento. Solo cinque partite».

Ma l’eco è arrivata fino in Francia e lo straniero venuto dalla piccola Lille spopola sulle copertine d’oltralpe. «Il Romanista» è il titolo scelto da 20minutes, per Foot-Sur7 è il «francese che ha dato uno schiaffo al calcio italiano». Foot Mercato rilancia: «È nella storia», mentre Sport 24 parla di una «Roma da record», naturalmente per merito di Rudi. Lui che è allenatore prima che personaggio e tutto quello che gli gira intorno lo tiene a debita distanza. Ecco perché sceglie di fare la conferenza stampa due giorni prima della partita e non alla vigilia, come gli altri.

Per lui, maniaco dei dettagli, la rifinitura è l’allenamento più importante della settimana, perciò non vuole troppi occhi a spiarla. Di sicuro Garcia avrà ancora bisogno di quelli di Bompard dalla tribuna dell’Olimpico, perché lui sarà in panchina: il giudice sportivo non l’ha squalificato, l’ha ammonito con diffida. Il francese ringrazia: «Per me è fondamentale vivere la partita vicino ai miei giocatori. Con chi mi è vicino parlo di tattica e lavoro sul piano psicologico». Due cose che stanno funzionando.

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