(E. Menghi) – Daniele De Rossi si è ripreso la Roma. Con Strootman e Pjanic ai suoi lati si sente più forte, con Balzaretti ha pianto dopo il gol nel derby, lui si è emozionato quando ha scacciato i fantasmi del passato, mettendo in rete il primo pallone della stagione a Livorno. La svolta è arrivata grazie a un allenatore che gli ha fatto un’iniezione di fiducia e gli ha affidato le chiavi del centrocampo. Con Luis Enrique si sentiva importante, con Zeman non c’era feeling, con Garcia c’è molto di più: è la squadra intera che funziona.
«Io guardo le mie colpe – ha spiegato De Rossi – sicuramente qualcosa avrò sbagliato. Devo continuare a fare meglio, ma per me sono più le stagioni in cui ho giocato così che quelle in cui ho giocato male». È la sua rivincita personale, ma anche della Roma tutta, che di «mazzate» ne ha prese tante e ora invece non smette più di vincere: «Ma il gusto del successo non ci passa certo dopo sei partite. Manca ancora una vita alla fine. Siamo primi, anche se non credo che siamo i più forti. L’obiettivo è arrivare in Europa e sento che quest’anno ce la faremo».
Forse più di una sensazione: «Non snobbiamo le partite come facevamo prima, quando ce la facevamo addosso sul più bello. Giochiamo da squadra vera ogni partita, è un gran segnale. È un discorso di approccio, di stimoli, di organizzazione. Sappiamo quello che dobbiamo fare, il mister prepara la gara in un modo incredibile. Questo si vede sia in fase di possesso che di non possesso». La nota stonata è il giallo arrivato a tempo scaduto: «Un’ammonizione assurda, volevo fermare la palla per non prendere gol. È fondamentale non subire gol per tornare in vetta». E Totti è d’accordo: «Non abbiamo vinto niente – ha scritto il capitano sul blog personale – dobbiamo dimostrare ancora tutto. Sabato con l’Inter sarà durissima: ci pensiamo già ora»