

(G. Dotto) – Mi sono messo le mutande di castità. Faccio il bravo ragazzo e mi dico, lo giuro, non la scrivo quella parolaccia che Rudi non comprende e Walter dice che non ci riguarda. Ci riguarda, eccome. Sabatini lo sa o non lo sa, si che lo sa, che “ci riguarda” è l’anagramma di Rudi Garcia? E allora la dico, anche perché la Sud è là a squarciagola che canta “Vinceremo il tricolor”, fregandosene di qualunque emorroide da scaramanzia. Ci riguarda, eccome, lo scudetto. Quando Gervinho l’Immateriale inventa quella roba lì che, per semplificare, chiamiamo quarto gol, e strappa a vita i nostri cuori, mi metto anch’io a cantare con la Sud. Da quanto tempo non lo sentivamo l’eterno “Arriva lo squadrone giallorosso”? Troppo tempo. Questa Roma è forte, bella, solidale, sempre più convinta. Tenuta insieme dal suono di una meravigliosa cornamusa, quella di Rudi Garcia e del suo staff. Insomma, Gesù Bambino, di chi dovremmo dirci inferiori? (…)Benatia è un fenomeno (…) Balzaretti l’hanno immerso nelle sacre acque di Lourdes e tirato fuori per il derby. De Rossi ha la ferocia delle anime offese. Lui, Strootman e Pjanic sono spartito da incanto. Florenzi è un ossesso. Totti è una leggenda che si è dimenticato di scrivere la parola “fine”.(…) E numeri da paura. Questa Roma qui dovrebbe dirsi inferiore? Cos’è, la superbia indecente della modestia?