(A. Pugliese) – Conoscendolo, da oggi comincerà a pensare già al Napoli e a una partita che ancora non si sa che fine potrà fare. Prima, però, Rudi Garcia stavolta può davvero concedersi qualche attimo in più e godersi fino all’ultima goccia di sudore una Roma stellare, capace di portare a casa la settima vittoria consecutiva (il record è della Juventus di Fabio Capello, 9 nel 2005-06) e sbancare San Siro con tre gol di scarto (contro l’Inter, non era mai successo in tutta la storia giallorossa). E pazienza se per la prima volta dall’inizio della stagione la sua Roma non ha segnato nella ripresa, Garcia è l’uomo che ha saputo cambiare la testa di una squadra che fino a tre mesi fa annaspava nel buio. Tanto per capirci, Luis Enrique e Zeman dopo 7 gare di punti ne avevano ben dieci in meno…
SCUDETTO O NO? «Grande partita, mi è piaciuto lo spirito collettivo, ma anche il fatto che siamo riusciti a giocare con il cuore, quando necessario. Ho visto una squadra che lotta sempre, che non molla mai». Già, ma anche questo non basta per farlo sbilanciare sulla scudetto. «Ci sono ancora 93 punti in ballo. E’ meglio tenere a mente l’obiettivo di tornare in Europa senza parlare di scudetto e magari deludere i nostri tifosi. Vediamo partita dopo partita. Ma non parlate di rivoluzione, in Francia è una parola importante. Stavolta abbiamo fatto delle cose differenti, di solito abbiamo un possesso palla più forte. Nella ripresa non ci siamo riusciti e questo un po’ mi dispiace, ma sulle ripartenze abbiamo fatto bene. Quando recuperiamo palla, è decisivo il primo passaggio, fondamentale per gli scatti di Gervinho e Florenzi. Gervinho è giocatore raro nel calcio di oggi, lo vedo ai livelli di Lilla, certe cose possono succedere solo con lui, che quando va in profondità crea superiorità numerica. Sapevamo che avremmo dovuto sfruttare gli spazi. E Totti ci ha indicato la strada giusta».
TOTTI Già, Francesco Totti, un giocatore che forse neanche Garcia si immaginava così forte a 37 anni. «E’ chiaro che per conoscere perfettamente un giocatore è meglio allenarlo – dice Garcia – Francesco è un fuoriclasse, uno dei più grandi nella storia del calcio e vederlo così felice è una cosa molto bella. Consigli a Prandelli? Nessuno, io sono solo l’allenatore la Roma». Che secondo sua sorella, ha imparato gli schemi giocando a subbuteo da piccolo. «Non mi ricordo», scherza Garcia, che ieri ha mandato in campo Taddei per la quinta volta in 7 gare. «Rodrigo lavora molto bene, dà tutto alla squadra ed è forte tecnicamente. Normale che giochi». E allora, dopo la giusta sbornia (ieri notte bagno di folla a Fiumicino) la mente può volare davvero al Napoli, l’ultimo cruccio di Rudi. «Il calendario è Roma-Napoli e per me la partita è quella, da giocare all’Olimpico. Vediamo cosa succede domani». Toccherà al prefetto decidere, ma intanto Garcia ha dato un’altro saggio di bravura.