”Le societa’ sono ostaggio degli ultras delinquenti. La norma sulla discriminazione territoriale fa solo danni”. Claudio Lotito, presidente della Lazio, s’inserisce cosi’ nel dibattito in corso sulle norme che regolano la discriminazione territoriale e razziale. ”Con questa norma le societa’ sono ostaggio degli ultras che possono far chiudere lo stadio con 50 cori. Se un settore di migliaia di persone assume un comportamento di un certo tipo e’ giusto che vada censurato. Ma 20-30 persone non rappresentano la tifoseria: bisogna distinguere i tifosi-delinquenti dai delinquenti-tifosi”.
Secondo il n.1 del club biancoceleste ”la forza del tifo non deve necessariamente diventare violenta e razzista. Ci sono anche ultras che si comportano in modo corretto. Purtroppo pero’ ci sono persone che non vanno allo stadio per vedere la partita ma per compiere atti criminosi. Nelle curve, attraverso la tifoseria organizzata, si compiono atti di delinquenza. Queste gente, che passa dallo stadio alla strada, e’ la stessa che si trova nei cortei anti-Tav o contro la scuola e non hanno nulla a che vedere col tifo”.
Entrando nello specifico della norma contestata da alcuni club, in primis il Milan punito dal giudice sportivo con un turno a porte chiuse per i cori contro i napoletani, Lotito afferma che ‘‘la norma sulla discriminazione territoriale cosi’ com’e’ stata impostata fa solo danni, e’ un boomerang. Bisogna mettere in campo una serie di situazioni volte a prevenire certi fenomeni. ‘Non possiamo vietare ai tifosi di proferire parola -continua Lotito-. Oggi le societa’ non hanno i mezzi per prevenire il fenomeno, non ci sono le attenuanti, non hanno nulla e poi di conseguenza pagano in termini di credibilita’ sportiva ed economica”
Fonte: Radio 24