(G.Calvi) – È pronto a organizzarsi un’altra serata…a tema. Anche da Beirut, Peppe Giannini, c.t. della nazionale del Libano, riesce a godersi la sua Roma.
E troverà il modo per seguire il match contro il Napoli.
«Una volta sono stato invitato in casa di un rappresentante dell’ambasciata italiana; in altre occasioni io e il mio staff siamo andati in locali dove trasmettono la Serie A – dice il Principe , 49 anni, da luglio selezionatore della nazionale libanese, impegnata martedì nell’amichevole con l’Iraq – Ora mi preparo alla grande sfida dell’Olimpico. È stato giusto trovare la data per evitare lo slittamento».
Se l’aspettava che le due squadre sarebbero arrivate subito in alto?
«Il Napoli non è una sorpresa. Per la Roma, conoscendo pressione e aspettative dell’ambiente, prevedevo che non avrebbe fallito la seconda stagione consecutiva. Certo, non immaginavo che i giallorossi sarebbero volati così in alto, senza sbagliare una mossa».
Nella corsa-scudetto possono davvero «rovesciare» l’Italia calcistica?
«La Juventus resta comunque la squadra da battere. Ma la Roma lotterà per il primo posto. L’ho ammirata in televisione con l’Inter e mi ha entusiasmato. Devastante sul piano del gioco, con un’incredibile personalità».
Da quanto tempo non entusiasmava così?
«Forse dai tempi di Liedholm, quando i tifosi erano innamorati di Falcao, Conti, Pruzzo e tutti gli altri. Penso a quel gruppo e pure alla Roma di Batistuta, che io non ho vissuto da dentro. E mi sa che la magia potrà durare: vittoria nel derby, strapotere nel match a San Siro, 7 successi consecutivi e solo una rete incassata sono segnali che anche a livello psicologico hanno un’incidenza notevole».
Chi le piace di più tra Garcia e Benitez?
«Apprezzo entrambi. Benitez è più esperto, forte delle sue avventure e dei suoi successi: conosceva già il calcio italiano. Garcia mi ha sorpreso per come ha saputo calarsi nella nuova realtà; non era facile far trovare alla squadra i meccanismi giusti. Ed è pragmatico, nulla concede a giocate leziose, fini a se stesse: ha esaltato la Roma nelle ripartenze e sa dosare le forze».
Chi può fare la differenza?
«Ritrovato un eccezionale De Rossi, Garcia può contare sulle accelerazioni di Gervinho e Florenzi e magari su cambi di qualità come Ljajic. Il trascinatore è sempre Totti, unico, ormai non stupisce più. Sul mercato la Roma ha azzeccato tutti i colpi, in particolare Strootman. Quanto al Napoli, stravedo per Insigne, anche perché sta crescendo nella sua città senza subirne l’impatto; un po’ mi rivedo in Lorenzo, penso a quand’ero giovane, nella mia Roma. E poi Hamsik, Higuain, Zuniga e Behrami».
Come si ferma la Roma?
«Proverei ad arginarla con un 4-4-2, in modo da costringere i suoi esterni offensivi a passare da due “controlli”, prima a metà campo e poi sulla mia linea difensiva. In più, riserverei una marcatura a uomo per Totti: solo così si può avere una speranza di limitarli».
E come si blocca il Napoli?
«La Roma ha il vantaggio di poter spostare Totti, per rimarcare eventuali limiti degli avversari. Piazzerei Francesco tra le linee: i centrocampisti lo perderebbero spesso e, in uscita, i difensori rischierebbero di non trovare i tempi per anticiparlo. Certo, Garcia ha anche soluzioni micidiali sulle corsie esterne: lì la Roma può risultare irrefrenabile. Roma-Napoli può essere decisa da “mine vaganti” come Insigne, Florenzi, Ljajic e dal solito Hamsik»
Pronostico secco?
«Il mio cuore è per la Roma, anche se ho giocato pure nel Napoli. Ma punto sull’1 secco, perché in questo momento la Roma mi sembra davvero di un altro pianeta. Sì, forse anche per il Napoli…».