(A.Serafini) «Una nuova legge sugli stadi entro la fine del 2013». Una promessa, probabilmente una speranza per risollevare le sorti del calcio italiano, quella rilanciata ieri dal ministro per gli Affari regionali e lo sport, Graziano Delrio.
«È una delle priorità del governo – ha aggiunto il ministro – il Parlamento ha già assunto iniziative e io mi sono impegnato da subito a coordinare questa iniziativa parlamentare, che non riguarda solo gli stadi grandi, ma tutta l’impiantistica». Una questione delicata e troppo spesso soltanto sfiorata nell’effettiva fattibilità, soprattutto dopo che il rimpasto di governo ha azzerato l’iter per facilitare la costruzione di nuovi impianti.
Un impegno in agenda in vista anche della possibile candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024, ma tenuta sotto stretta osservazione nell’immediato dai numerosi club interessati all’operatività nel breve termine che la nuova legge garantirebbe. A Trigoria la Roma, aspetta l’evolversi della situazione, nonostante l’idea di realizzazione dello stadio futuro abbia già compiuto dei passi importanti.
Scelta l’area di Tor di Valle insieme al costruttore Parnasi, il progetto innovativo realizzato dall’architetto statunitense Dan Meis è quasi pronto per essere presentato negli uffici di competenza del Comune di Roma. Dopo il rallentamento degli ultimi mesi che hanno comportato un rinvio delle scadenze iniziali di sei mesi , il processo iniziato nel finale del mandato di Alemanno non dovrebbe subire ulteriori ritardi. Il sindaco Marino aspetta le carte, quelle che gli uffici tecnici hanno già visionato in via preliminare. L’intento originario di regalare lo stadio ai tifosi della Roma per l’inizio della stagione 2016-2017 al momento appare complicato, nonostante gli sforzi della società giallorossa continuino a tenere l’ottimismo alto all’interno di Trigoria.
Da Boston il presidente Pallotta attende novità, pronto a volare nella capitale per presiedere di persona alla seconda tappa di un processo lungo e articolato. Lo stadio si farà, ma chissà quando.