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IL CORRIERE DELLO SPORT De Rossi-Inler: lo scudetto passa da qua
(M. Evangelisti/R. Cesarano)A Capitan Dovunque un ruolo non basta “Ero un attaccante…” Il camaleonte di Rudi Garcia scompare nel vortice giallo e rosso, che è più mobile di una scenografia di teatro d’avanguardia, composto di pezzi in perenne spostamento, eppure sempre presenti e individuabili. Gervinho è lì, no, adesso si è piazzato a sinistra dove prima c’era Florenzi e intanto Strootman si è allargato a prendere il pallone toccato da Pjanic, ma quello non è Pjanic, guarda quanto è grosso, è Benatia. De Rossi no. Lui sa mimetizzarsi. Scompare senza svanire, sempre presente ma così flessibile, così universale da non essere visto sin quando non è troppo tardi. Per gli avversari. Dovrebbe essere sempre sotto gli occhi di tutti essendo il primo in Serie A per numero di passaggi effettuati, esattamente alla pari con Inler. Ed è un altro spareggio nella sorta di spareggione che Roma e Napoli giocheranno venerdì.
MOVIMENTI – Il capitano onorario che ha rinunciato all’idea di far valere i suoi gradi, probabilmente senza neppure crucciarsene, non si vede perché è davvero dappertutto e non si limita a scambiarsi di posto come fanno gli altri a due a due, a tre a tre. Copre tutti i cantoni da solo, tende agguati davanti alla difesa, arretra per diventare il quinto difensore, si sporge in avanti, si materializza al limite dell’area per affondare o concludere. Dunque non si vede. Si sposta senza far rumore. Eppure è sempre sul pallone. Di solito lo sradica per suo conto dai piedi degli avversari. «Ho cominciato da attaccante. Conosco i movimenti di chi occupa quei ruoli» . Quindi sa anche come contrastarli. Ma sa pure come arrivare in area per colpire di testa, anche se sinora nessuno della Roma ha segnato in quel modo, a parte Florenzi che si è tuffato su un rimbalzo vagabondo a centro area: altri lo avrebbero agganciato di piede, di petto, d’anca e in diversi modi ancora. Più che quel tipo di inserimento, a una Roma che manca di una torre avanzata e gioca preferibilmente a pelo d’erba serve il tiro da fuori. La ditta De Rossi fornisce anche quello. E’ tornata a fornirlo dopo un anno di produzione interrotta. E’ bastato che Garcia parlasse con Daniele e lo convincesse che era ancora in grado di colpire, bastava avere l’animo di provarci, rischiando di sbagliare, smettendola di privarsi di un vizio che lo rendeva felice.(…)
SGUARDI – L’allenatore racconta di De Rossi, parlandone in combinazione con Totti: «Sono giocatori di prima classe e insieme dediti al lavoro, di grande umiltà e soprattutto di incredibile onestà» . Daniele aveva promesso che sarebbe rimasto a Roma, dimenticando le panchine di Zeman, le critiche dei tifosi dopo il famigerato derby di Coppa Italia. Lo ha fatto, rifiutando l’offerta opulenta e concreta del Manchester United. «Questo è un esempio per tutti, non solo per i calciatori» , sottolinea Garcia, soddisfatto dei suoi ragazzi e di sé, del proprio talento di motivatore, degli sguardi che vede quando stringe la mano ai giocatori. (…)
Il centrale svizzero ha sorpreso tutti compreso il tecnico
C’è voluto un po’ di tempo prima di realizzare cosa Benitez s’aspettasse dai suoi centrocampisti centrali. Ma Gokhan Inler prima di essere un calciatore dalle grandi doti tecniche è soprattutto un atleta scrupoloso quanto intelligente. Si confronta con l’allenatore; rivede le sue prestazioni al videotape; si confronta con i compagni. Ed ora il neo capitano della nazionale svizzera, ieri sera impegnato con l’Albania per una qualificazione al Mondiale già quasi in tasca, è diventato il faro del centrocampo partenopeo. (…)
Non a caso, con De Rossi della Roma guida la classifica di coloro che hanno effettuato più passaggi nell’arco di una gara: 495. Pur avendo giocato una partita in meno da titolare. Pur avendo centrato meno la porta nei tiri da fuori. Ma Inler nelle ultime partite è cresciuto in maniera esponenziale: partecipa più attivamente al possesso-palla; è più veloce di pensiero; riesce ad essere spesso preciso sia nella battuta corta che lunga. E questo è frutto di un’applicazione costante; della grande voglia di esaudire le aspettative del tecnico; del desiderio di far ricredere tanti sul proprio conto. Gokhan Inler sta diventando un elemento chiave nel disegno tattico del tecnico spagnolo ed oggi anche della nazionale elvetica, che si avvale della sua perspicacia tattica per farsi largo tra i giganti del calcio mondiale anche in vista di Brasile 2014. «Oggi la reputazione di molti calciatori svizzeri è cambiata. Hanno realizzato che siamo professionisti seri ed affidabili. Ed invece di andare solo in Germania, alcuni stanno arrivando anche in Italia. Io sono contento di essere maturato a Napoli e non m’infastidisce ricevere tanto affetto per strada. Sentirsi amati è una bella sensazione», ha dichiarato al portale Aargauer Zeitung.ch.
IL CAMBIAMENTO – Inler ha dovuto mettere tanto di suo per calarsi nella filosofia di gioco predicata da Benitez. Un anno fa aveva stabilito il record personale di gol con la maglia azzurra (sei reti) ma giocando in maniera differente. In un centrocampo a cinque, laddove in fase passiva riceveva maggiore collaborazione e nelle ripartenze toccava temporeggiare per attendere l’inserimento di uno degli esterni. Con Benitez, invece, deve farsi trovare sempre pronto allo scarico per i compagni, velocizzare il gioco, ripiegare e contrastare, ed all’occorrenza presentarsi anche al tiro che è uno dei suoi pezzi forti.
Nelle ultime partite è stato esemplare nell’interpretazione del ruolo tanto da meritare i complimenti di Benitez. Finalmente “re leone” era riuscito ad indossare anche la maschera di “re del centrocampo”. Un regista moderno quanto efficace. Non il play maker vecchia maniera, bensì un calciatore capace di rendersi prezioso per ogni evenienza in cabina di regia. E tanto ha contribuito anche la vicinanza di Valon Behrami, suo connazionale e collega di nazionale, nonché il prodigarsi di Callejon ed i riferimenti che offrono a turno Albiol, Higuain, Insigne e da un po’ anche Mertens. Non dovendo più cercare Cavani o Maggio, poi, Inler ha tante soluzioni per smistare il pallone. Ed ora si appresta alla sfida nella sfida con De Rossi per i passaggi effettuati nel corso di una partita.