(B. Tucci) – Totti si o Totti no al Mondiale del Brasile? Roma giallorossa è divisa. C’è chi toccherebbe il cielo con un dito se il capitano tornasse in azzurro e c’è, invece, chi non è d’accordo e ritiene che sarebbe un azzardo farlo giocare in una competizione così difficile da un punto di vista tecnico e psicologico. E ne spiegano le ragioni: a 37 anni, quanti ne ha il nostro, il fisico ha bisogno di una pausa, di rigenerarsi e se ciò non avvenisse (o avvenisse in ritardo dopo lo stress di due campionati) ciò potrebbe danneggiare Totti. E chi ne subirebbe le conseguenze sarebbe soltanto la Roma. Discorso campanilistico, allora? Niente affatto. Solo amore sviscerato.
Personalmente, non sono in sintonia con chi si schiera contro il ritorno del capitano in nazionale. Pensate che cosa potrebbe essere per lui una scelta tale. Totti si prenderebbe mille soddisfazioni. Troppe? Certamente. Ma tre o quattro motivi per gioire e «alzarsi da terra» ci sarebbero tutti.
Vediamo. Primo: il rientro in azzurro sarebbe una piccola–grande rivincita con coloro che già due anni fa lo davano sul viale del tramonto. «Non vi rendete conto che non gliela fa più», commentavano sicuri di essere dalla parte della ragione. E invece, la realtà gli ha dato torto. Secondo: indossare la maglia azzurra alla sua età non è cosa di poco conto, specialmente se si pensa che a rivolerlo nel gruppo è stato e sarà il c.t. per lo splendido campionato giocato con la Roma. Terzo: andare in gol in un paese che del calcio ne fa una dottrina e magari battere proprio il Brasile con un rigore «a cucchiaio» non sarebbe una felicità incommensurabile? Quarto, solo un’ipotesi: e se l’Italia vincesse il titolo conquistando per la quinta volta il Mondiale, chi entrerebbe di prepotenza nella storia del calcio se non proprio Totti?
E allora, riflettiamo tutti insieme. Totti in Brasile 2014 sarebbe una bella storia, come una favola che ha per protagonista una delle poche «bandiere» rimaste nel nostro Paese. Vi pare poco?