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IL MESSAGGERO. Roma in caduta libera

Fernando Gago

(U.Trani) «Te ne devi anna’». Il coro dal settore ospiti del Franchi si alza qualche secondo prima del quarantesimo del secondo tempo: i tifosi giallorossi scaricano Luis Enrique(la società no), indicandolo come responsabile della settima sconfitta stagionale in quindici gare, la sesta (seconda di fila) in tredici match di campionato. La Roma perde anche con la Fiorentina e per la prima volta con uno scarto di tre reti: 3 a 0 per i viola di Delio Rossi, bravo e soprattutto umile a certificare tutta la presunzione del collega asturiano che, non finendo mai di stupire con scelte che non hanno un perché (quindicesima formazione diversa su quindici gare), ormai sembra aver perso il controllo della situazione. Che è grave e preoccupante: la squadra mentalmente appare sfinita e impotente. Non a caso la partita si chiude con tre espulsi, tre rossi evitabili che dovrebbero far riflettere il tecnico più dei giocatori.

Fate ridere: così festeggia la curva Fiesole il primo successo di Delio Rossi. La Fiorentina esce dalla crisi grazie alla collaborazione della Roma che è fuori del match già prima dell’inizio. Con Osvaldo e Borriello a casa, esclusioni volute dall’asturiano per dar forza allo spirito di gruppo, nemmeno Totti è titolare, resta in panchina avvolto nel suo piumino nero extralarge per tutta la gara. La rinuncia ai tre centravanti è il primo errore del pomeriggio che comincia con il minuto di silenzio in ricordo di Socrates, l’ex brasiliano della Fiorentina, scomparso ieri mattina. Luis Enrique sbaglia davanti e persevera dietro, dove rilancia Cicinho, ultima gara il 22 settembre con il Siena: il brasiliano, senza ritmo e fiato, non è presentabile. Con il suo rientro, finisce anche un’altra favola e cioè che l’allenatore sceglie chi sta meglio. Cicinho si nota solo perché chiede in continuazione da bere e non è certo da rimproverare per un pranzo troppo saporito a Coverciano prima di trasferirsi allo stadio.

La Roma, insomma, non schiera la formazione migliore e si arrende subito per un errore individuale. Su spizzata di Gilardino, Juan perde un contrasto con Jovetic in area e atterra il montenegrino davanti aStekelenburg. Rigore e rosso. Jovetic trasforma: 1 a 0 al diciassettesimo. Con un uomo in meno, De Rossiarretra in difesa e Pjanic si abbassa a centrocampo, dove il centrale diventa Gago che aiuta i compagni a risollevarsi. Per mezz’ora i giallorossi fanno un discreto possesso palla, lasciando poche ripartenze alla Fiorentina che non si scopre e che va al tiro solo con Jovetic per la risposta in angolo di Stekelenburg.

Anche se Bojan ci mette l’anima, senza attaccante centrale, cross e corner sono inutili: la Roma non conclude mai (seconda gara di fila senza segnare) e prima dell’intervallo subisce la seconda rete. Contropiede di De Silvestri e chiusura di Taddei in angolo. Su corner di Montolivo, Gamberini di testa, con dormita di Heinze, firma il 2 a 0 al quarantaquattresimo. Da quattro minuti i tifosi giallorossi chiamano in campo Totti: «C’è solo un capitano» e «Totti, Totti, Totti-gol». Luis Enrique non raccoglie, anche perché ormai il capitano sarebbe ininfluente, sotto il diluvio (e di due reti) e con un uomo in meno.

La Roma dopo l’intervallo non è più quella della prima parte. È come se si fosse arresa. De Rossi è straordinario da difensore e limita i danni, Taddei va avanti con il cuore. Gli altri niente. Lamela fa due tiretti tanto per partecipare. Pjanic è anonimo. Perrotta c’entra poco con il palleggio: fuori dopo un’ora, ecco José Angel, ma da mezzala, tanto per esagerare ancora un po’. Sarebbe stato più giusto togliere il diffidato Gago che crolla all’improvviso: fallo a centrocampo su Behrami al diciottesimo e ammonizione. L’argentino si innervosisce perché salterà la Juve e rimedia anche il secondo giallo tredici minuti più tardi, andando a cercare la gamba di Jovetic che vola in contropiede. La Roma è in nove. Pjanic è appena uscito, dentro Simplicio. Crampi per Cicinho: tocca a Greco. Delio Rossi e il portiere Boruc vogliono il possesso palla, in campo c’è Silva per Gilardino: sarà l’uruguaiano a calciare il rigore del 3 a 0 al quarantunesimo, concesso per «parata» di Bojan su volèe di Nastasic. Espulso anche lo spagnolo, prima dell’ultima presa in giro della gara: Silva realizza la sua prima rete, concessione del rigorista Jovetic. Fate ridere: slogan che non fa una piega.

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