(A. Angeloni) Quattro atleti, Roma chiamò. De Sanctis, L. Castan, Benatia e De Rossi. Loro i sempre presenti in queste sette di campionato. Dall’inizio alla fine. Sul portiere, non c’erano dubbi. Quello è il titolare e, a meno di squalifiche e raffreddori, quello resta. Dei due centrali difensivi, uno, Benatia, è nuovo e così straripante non lo è stato nemmeno a Udine, l’altro è “vecchio” e la scorsa estate ha rischiato in più di un’occasione di lasciare Roma. Per non parlare poi di De Rossi, che è tornato De Rossi, punto e fine. Sono loro gli insostituibili di Garcia, quelli a cui non rinuncia mai, anche perché, non avendo le coppe, il tecnico francese può tirare la corda in questo avvio e il turnover sceglie di farlo soprattutto in attacco, dove c’è maggiore abbondanza. Tanto è che fin ora ha utilizzato meno giocatori rispetto alle altre diciannove squadre di A, ovvero 18. Nella Roma ci sono gli insostituibili e quelli che non lo sono per un niente: Strootman lo è nelle intenzioni non nei fatti, visto che ha giocato sei partite su sette e ha saltato l’esordio a Livorno per un infortunio rimediato nell’ultima amichevole estiva a Terni. C’è infine Balzaretti che ha sempre giocato senza aggrapparsi al treno dei quattro insostituibili solo per l’espulsione di San Siro sabato scorso. Benitez, tanto per fare un paragone con il Napoli, prossimo avversario della Roma, ha utilizzato un solo calciatore per novanta minuti e sette partite: Pepe Reina, il portiere. Lì però c’è la Champions di mezzo, altra musica.
DICIOTTO IN TUTTO – Garcia si è fermato a diciotto. Ultima squadra di A che punta sull’alternanza. All’undici di base, sono stati aggiunti via via i vari Bradley, Dodò, Torosidis, Taddei, Marquinho, Ljajic, Borriello. Di questi mai titolari Dodò e Taddei, mai entrati, portieri esclusi, Burdisso, Jedvaj, Romagnoli, F. Ricci, Caprari e Destro. Scorrendo la classifica dei più impiegati troviamo Pjanic e Totti a 584, quest’ultimo partito dalla panchina solo con la Sampdoria, e Gervinho (479), lui invece è subentrato solo nella prima a Livorno. Florenzi, invece, quattro gol fin ora, ha giocato solo 416 minuti, subendo sempre una sostituzione e una volta, a Genova come Totti, è entrato dalla panchina. Ecco, su Alessandro, Garcia sta molto attento: lo utilizza a sprazzi, forse per la sua generosità, che lo porta a spendere maggiori energie rispetto agli altri.