(G. Piacentini) Come nel derby, quando ha strappato ad un minuto dalla fine il pallone dai piedi diEderson. Ieri sera Daniele De Rossi è stato protagonista, insieme a Morgan De Sanctis, di un altro episodio che per la Roma ha avuto lo stesso valore di un gol, cioè il salvataggio sul tiro di Pandev nel finale del primo tempo. «Il salvataggio – si schermisce Daniele a fine gara – lo ha fatto De Sanctis, dimostrando che è un portiere fenomenale. Lui non è appariscente, gli fanno due tiri a partita e li para. Se non l’avesse toccata non l’avrei presa nemmeno con la moto».
Dopo otto vittorie consecutive la Roma non può più nascondere le sue ambizioni in chiave campionato, anche se De Rossi continua a mantenere un profilo basso. «Tutte queste vittorie contano fino ad un certo punto, se non continui serve a poco. Un anno abbiamo vinto 11 partite consecutive, e non in avvio di campionato, ma alla fine siamo arrivati quinti (il riferimento è alla stagione 2005-06 ma dopo le penalizzazioni di Calciopoli la Roma arrivò seconda, n.d.r.). Il mister porta sempre l’esempio dell’Atletico Madrid, che è primo ma non è detto che vinca la Liga spagnolo. Arrivare tra le prime tre sarebbe un gran risultato ».
Sui numeri, però, non si può discutere. Con 22 gol fatti e uno solo subito, la formazione giallorossa sta dominando il campionato. «Siamo lì davanti, abbiamo la giusta umiltà ma bisogna essere realisti, qualcuno si spaventerà. Anche noi portiamo grande rispetto a squadre come Juventus, Napoli e Fiorentina. È ancora molto presto per fissare degli obiettivi, noi rimaniamo sereni».
Ancora una volta, a fine partita, la squadra è andata a festeggiare sotto la curva. Il clima, rispetto a due mesi fa, è radicalmente cambiato. «È la parte più bella del nostro lavoro, lavorando ci possiamo togliere parecchie soddisfazioni. È presto per fissare degli obiettivi, ma possiamo parlare di una squadra forte. In noi non c’è nessun desiderio di rivincita: qui si sta benissimo quando si vince e si sta malissimo quando si perde. La rivincita sarebbe fare un campionato alla grande».
La difesa praticamente imbattuta è uno dei segreti della squadra.«Abbiamo fatto cose egregie, lo dicono tutti ma è la verità: si difende in undici. Voglio spendere due parole per Borriello. Ad inizio anno lo davano in partenza per il Genoa, la Cremonese, la Nocerina… È l’esempio di professionalità per la squadra, dà sempre il massimo, tiene alto il morale e non si lamenta mai. Quando sei un professionista, nonostante qualche fischio assurdo, puoi toglierti soddisfazioni. Si è visto che ci è mancato Totti, ma uno come Borriello non ce l’ha nessuno».
Il capitano è uscito alla mezz’ora del primo tempo per un risentimento al flessore della coscia destra. Oggi sarà sottoposto a degli esami strumentali che serviranno per stabilire l’entità dell’infortunio. Anche Gervinho sarà controllato dallo staff medico romanista: l’ivoriano è stato sostituito nella ripresa a causa una contusione al quadricipite della coscia sinistra.