(T. Carmellini) – Se qualche mese fa un tifoso romanista avesse sognato di ritrovarsi dopo otto giornate a punteggio pieno in cima alla classifica di serie A (come la mitica Juve di Trapattoni nell’85), molto probabilmente si sarebbe svegliato tutto sudato in preda a crisi di panico con la moglie sopra che lo schiaffeggiava per farlo tornare in sé. Invece è tutto vero, questa Roma fa paura, asfalta anche il Napoli di Benitez, una squadra costruita per lottare per lo scudetto, e adesso non si può più nascondere:+5 sulla seconda e Garcia ha dato una lezione anche al «maestro» Benitez.
Questa Roma adesso conta per lo scudetto. E non tanto perché ha vinto anche contro il Napoli (terza big spianata dopo Inter e Lazio), né tantomeno per il vantaggio irrisorio sulla Juve che domani a Firenze può tornare a -2, quanto per il gioco espresso, per la qualità dei suoi interpreti, per la compattezza dimostrata in uno scontro diretto difficilissimo e carico di significati come mai. E lo ha fatto dovendo rinunciare per gran parte della serata al suo leader Francesco Totti infortunatosi alla mezz’ora.
Anche la Totti-dipendenza più volte ventilata e cruccio del recente passato, sembra ormai un lontano ricordo, come quelle due terribili ultime stagioni. Ventiquattro punti dopo otto partite (come il Barça e l’Atletico Madrid in Spagna), ventidue gol realizzati e uno solo incassato. Sono i numeri della perfetta macchina da guerra messa in piedi da Rudi Garcia: un uomo arrivato dal nulla e che in quattro mesi ha trasformato questo gruppo di giocatori in una squadra vera. Una squadra con la quale tutti adesso dovranno fare i conti: inevitabilmente.
Protagonista assoluto Miralem Pjanic autore di una doppietta pazzesca: punizione alla Maradona sotto gli occhi del Pibe de Oro piombato (in ritardo) all’Olimpico per vedere la creatura di Garcia e l’«amico» Totti. Ma anche De Rossi, tornato ad essere quel centrocampista di rottura devastante, e Strootman che ha ricucito un centrocampo stellare fiore all’occhiello di questa Roma. Per non parlare di una difesa che sembrava non potesse sopravvivere alla partenza del giovane talento brasilianoMarquinhos, ma che ha trovato in Benatia un degno sostituto in grando di far tornare grande anche un Castan che aveva chiuso la scorsa stagione in calando. Eppoi, finalmente la Roma ha un portiere, altra operazione che sembrava di «scarto» ma che si sta rivelando invece assolutamente centrata. Ora è sotto gli occhi di tutti, anche della platea di Vip che si arrovella per rimediare un omaggio e per il ct Prandelli seduto in tribuna al fianco del «romanista» Malagò.
Partita sempre in mano alla Roma con il Napoli molto pericoloso nella fase finale del primo tempo, prima del vantaggio romanista a tempo scaduto. La perla di Pjanic ha fatto da preludio a un secondo tempo perfetto nel quale la Roma perde anche Gervinho (altro problema muscolare), ma non la voglia di portar via l’intera posta e di continuare a giocare il suo calcio.
Così sarà e il Napoli nulla potrà contro una squadra che non ti lascia respirare, al quale gira tutto bene e dove chi entra non fa rimpiangere i titolari. È stato così con Ljajic per Gervinho, ma soprattutto per Borriello che ha avuto il pesante compito di sostituire tale Francesco Totti. Bravo, testardo, al servizio della squadra fino al rigore che si procura nel finale e che spedisce in orbita la Roma. Eppoi, in un momento così, nel quale gira anche tutto bene… diciamo che la sfiga, per una volta, si è dimenticata della Roma. Era ora dopo due anni maledetti.