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GAZZETTA.IT Magica Roma, numeri da record: segnano tutti e la difesa è un muro

Pjanic esulta per il gol dell’1-0

(M.Calabresi) – Nella goliardia delle radio romane e dei social network, impazziti questa mattina anche più di ieri sera, c’è chi ha proposto di consegnare il pallone d’oro a Jonathan Biabiany. Il francese del Parma può dirsi fortunato: in 720 minuti (recuperi esclusi) è l’unico ad aver segnato alla Roma, in una partita poi persa 3-1. Dopo due anni di delusioni, e dopo la delusione delle delusioni (la finale di Coppa Italia persa il 26 maggio), la parola d’ordine più inflazionata via etere e via web è “piedi per terra”. Ma, con numeri così, tenerli al suolo è diventata la cosa più difficile.

ULTIMO RECORD — Nella storia, Rudi Garcia ci è entrato già un mese fa, a Genova: mai nessun allenatore, a Roma, era riuscito a vincere le prime cinque partite di fila. “Ma nella storia spero di entrarci a fine stagione”, disse il francese in quei giorni. Garcia sta andando oltre, e di parecchio: è già arrivato a otto, con l’opportunità di eguagliare domenica 27 a Udine il record storico di nove realizzato dalla Juventus di Capello nella stagione 2005/2006. Quello scudetto, però, fu revocato per Calciopoli, così ieri Garcia di record ne ha ricordato un altro, eguagliato dalla Roma: quello di otto successi iniziali di fila, centrato sempre dalla Juventus in due occasioni, nella stagione ’30-31 e in quella ’85-86, con Michel Platini. “La Roma di Totti ha raggiunto la Juve di Platini, e sono felice di aver partecipato a questa serata”. Detto da un francese, ha un valore in più. Spalletti, nella stagione 2005/2006, arrivò a 11 tra dicembre e febbraio: quella Roma, sul campo arrivò quinta, questa “rischia” di fare meglio.

DIFFERENZA RETI — Quel +21 fa spavento, ma lo fa ancora di più il numero 1 alla voce gol subiti. Ieri, Morgan De Sanctis ha sfoderato la seconda parata “vera” della sua stagione, dopo quella su Gabbiadini a Genova. Lo scorso anno, dopo otto partite con Zeman, la differenza reti era di +3, con 16 gol fatti e 13 subiti, compreso lo 0-3 di Cagliari a tavolino per il caso Is Arenas. La metamorfosi difensiva è stupefacente: negli ultimi due campionati (76 partite) la media gol subiti della Roma era di 1,44 (110 gol subiti), ora è di 0,12. Merito di Garcia, ma anche di Sabatini, che prima di cedere Marquinhos aveva puntato forte su Benatia (13 milioni complessivi) e ora si ritrova una coppia con Castan su cui a inizio stagione non avrebbe scommesso nessuno.

SEGNANO TUTTI — La media dei gol realizzati (22 totali), invece, è di 2,75, con la Roma che non ha mai segnato meno di due reti a partita, con il “picco” del 5-0 al Bologna. Miralem Pjanic ci aveva già messo lo zampino contro il Verona, ieri si è ripetuto prima su calcio di punizione, poi su rigore: il capocannoniere è Florenzi, non certo un bomber, con quattro reti, ma degli undici titolari hanno già segnato in nove, compreso Maicon che aveva propiziato l’autogol del veronese Cacciatore. Tre difensori (Maicon, ma anche Benatia due volte e Balzaretti), tre centrocampisti (Pjanic, ma anche De Rossi e Strootman) e tre attaccanti (Florenzi, Totti e Gervinho) più Ljajic, panchinaro di lusso. Mancano solo Castan e De Sanctis.

NON SOLO TOTTI — Ma la Roma è infallibile anche dal dischetto: quattro su quattro, e con quattro rigoristi diversi. Strootman a Parma, Ljajic nel derby, Totti a San Siro e ieri Pjanic. Chi tira, segna, e Roma sogna.

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