Giancarlo “Picchio” De Sisti, ex giocatore della Roma dal 1960 al 1965 e dal 1974 al 1979, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul momento eccezionale della squadra di Rudi Garcia:
La Roma sembra non volersi più fermare. Dopo l’Inter è toccato al Napoli e così ora i giallorossi si trovano a +5 su Napoli e Juventus. Juve che non sembra più essere l’armata irresistibile degli anni precedenti. Se le italiane dovessero continuare la corsa in Champions, pensa che la Roma possa lottare per il titolo?
“Certo, anzi sicuramente. Se non succedono contraccolpi è probabilissimo questo. I contraccolpi possono essere infortuni, come è successo con Totti, o cali di tensione. Perché sul piano prettamente competitivo, tecnico, tattico, credo che stia facendo vedere moltissimo e sia la migliore adesso in questo momento. Ora non sappiamo se continua in questo cammino o meno, però ci sono le altre che sono impegnate in Europa e una volta tanto può rivelarsi un vantaggio non giocare in campo internazionale.”
A proposito dell’infortunio di Totti, quanto peserà la sua assenza? Da chi verrà colmata? Tatticamente cambierà qualcosa?
“Io credo che la classe di Totti è incolmabile. Nel senso che il suo modo di giocare, di rifinire retrocedendo, spalle alla porta, la maniera con cui apre gli spazi ed elabora le giocate, ma la Roma al momento della sostituzione di Totti era ancora sullo 0-0. Vedo Pjanic, De Rossi, Strootman che possono impostare il gioco, ma il problema è che Totti in campo è una guida. Anche i compagni giocano con più sicurezza quando sanno che è presente in campo.”
De Rossi Venerdì sera è stato autore di una delle sue migliori prestazioni in assoluto. E’ Garcia l’artefice della sua rinascita?
“Questo non lo so, comunque sembra davvero rigenerato. Sembra tornato quello ai tempi di Spalletti, anche la stessa posizione che occupa in campo è similare. Fa un grande lavoro in mezzo ai due centrali, nelle marcature, ed andando a prendersi la palla per impostare la manovra. Io credo che sia anche una questione di serenità ritrovata forse proprio grazie a Garcia che ci avrà parlato. Fatto sta che è il De Rossi di due anni fa, il De Rossi che dominava il centrocampo e che era uno dei centrocampisti più forti d’Europa.”
I numeri dicono che adesso la Roma, oltre a essere l’unica squadra europea a punteggio pieno, ha anche la difesa meno battuta del continente. Abituati a Zeman e Luis Enrique come è stato possibile questo cambio di rotta?
“Mah intanto Garcia si è portato con se la cultura che aveva e il suo modo di pensare. Sapeva che sarebbe venuto in un contesto dove c’erano stati due allenatori dalle abitudini ultra offensive, quindi ha parlato con i giocatori esponendo le sue idee che sono state ampiamente raccolte dal gruppo. Ora sta andando tutto bene e c’è anche quel pizzico di fortuna che non guasta. Poi che sia la migliore come quoziente tra gol fatti e subiti indubbiamente è uno score che si commenta da solo. Ci sono delle sinergie che sono funzionali.
La Roma per tradizione ha sempre sofferto con le piccole squadre. Ora, Udinese a parte, ci sarà un ciclio di quattro partite non proprio di cartello. Pensa che la squadra possa peccare di presunzione subendo di conseguenza cali di concentrazione o la trova maturata anche sotto questo punto di vista?
“Eh no senno si rimangiano tutto! Ma come fino ad ora li stiamo benedicendo e se sottovalutano l’avversario vuol dire che buttano tutto all’aria. Anzi c’è il rischio di rimanere scottato perché adesso ci sono molte aspettative. Credo che loro siano i primi a sapere che adesso verranno aspettati al varco, incontrando squadre che si chiuderanno muovendosi in contropiede, e lì l’importante è sempre mantenere una zona franca. Io penso che questo non dovrebbe succedere, poi le partite mica si possono vincere tutte, non è mai successo.”
Fonte: asromaradio.it