(M. Marani) – Patrick Urbini, nel suo blog su France Football, lo aveva definito due settimane fa il “giocatore eterno”. Ieri è arrivato il sito del Guardian, una delle più autorevoli testate al mondo, a fissare una volta di più la grandezza e il ruolo di Francesco Totti nel calcio contemporaneo. «Il suo genio fa ancora effetto» , ha scritto Sean Ingle. (…)
Per quelli del nord Italia è sempre stato il Pupone, detto ovviamente con malcelata ironia. Uno che fuori dal Grande raccordo anulare non avrebbe mai lasciato traccia, uno che preferiva le radio romane alla Cnn e uno scudetto giallorosso a un Mondiale. Posizione che lo ha escluso anche dal grande dibattito internazionale, con la sventura di non avere mai frequentato molto le Coppe europee e di non avere avuto un rapporto con la Nazionale paragonabile a quello avuto da Roberto Baggio. Se sei bandiera della Roma e non di Juve, Inter e Milan, lo sdoganamento internazionale è molto più lento. Eppure nel 2006 un certo Pelé lo aveva indicato come il migliore calciatore al mondo. Per i dubbiosi, lo fece a Davos. Oggi, in ritardo su ogni tabella, Totti inizia a incassare i meritati apprezzamenti, i giusti attestati. Anche dalla stampa spagnola, con Marca e As incantate dalla sua sopraffina classe. Lo stop forzato constatato ieri, peggiore notizia possibile per Rudi Garcia, comparirà questa mattina su tutti i giornali d’Europa, una delle ultime cose che riusciamo a esportare insieme alle mattane di Balotelli e a qualche scandalo. A suo modo, è un altro successo. Che Dio ci conservi a lungo uno così.