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IL ROMANISTA Olimpico, curve chiuse. Anzi no…

Stadio Olimpico

(D. Galli) –«19,20; 19,28; 19,50; 19,55; 20,26; 20,36; 20,45 e 20,47». Sono gli esatti orari in cui, prima e durante Roma-Napoli, la Curva Nord ha lanciato il coro «lavali, lavali col fuoco o Vesuvio lavali col fuoco». Stesso testo e quasi gli stessi orari per la Sud: «alle ore 19,28; 20,13; 20,45 e al 30° del secondo tempo». Al 30’ del secondo tempo. Niente minuto preciso. Tutto vero, tutto consultabile, tutto riportato sul comunicato del giudice della Lega di Serie A, che ieri ha squalificato le due Curve della Roma, punita anche con 50 mila euro di multa, più altri 50 mila per il fitto scambio di «bottigliette, aste di bandiera, bengala e fumogeni accesi» con il settore ospiti napoletano. Curve squalificate, però con la condizionale, grazie alla recente riforma voluta dal Consiglio federale. Avrà la durata di un anno. Quindi per ora, di fatto, non accade nulla. La prossima in casa contro il Chievo sarà free, libera, aperta.

Se però nei prossimi dodici mesi gli uomini della Procura federale dovessero ascoltare un altro coro contro i napoletani, perché tanto è di questo che si parla da mesi, le sanzioni si sommerebbero: invece di un turno con le Curve chiuse, sarebbero due; e nell’eventualità che per la gravità della discriminazione venga disposta direttamente la chiusura di tutto lo stadio, una giornata sarebbe scontata con le Curve chiuse e un’altra sarebbe disputata a porte chiuse. Partiamo dal comunicato del giudice della Lega, Gianpaolo Tosel: «Letta la relazione dei Collaboratori della Procura federale relativa a Roma-Napoli ove, tra l’altro, si riferisce che “i sostenitori della Società Roma scandivano il coro – lavali, lavali col fuoco o Vesuvio lavali col fuoco – nelle seguenti occasioni ed in maniera sempre udibile dal centro del campo: alle ore 19,20; 19,28; 19,50; 19,55; 20,26; 20,36; 20,45 e 20,47 dal settore Curva Nord; alle ore 19,28; 20,13; 20,45 e al 30° del secondo tempo dal settore Curva Sud: sempre i sostenitori della Roma, dai settori Curva Sud e Curva Nord alle ore 20,38 scandivano in maniera udibile dal centro del campo il coro – Napoli m…, Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera”. In ripetute occasioni la tifoseria napoletana rispondeva con cori “Romani B…”».

Romani bastardi, traducendo i puntini di sospensione. D’altronde ci deve essere grazia in una relazione al giudice. Comunque, per la Lega “romani bastardi” non è discriminazione territoriale: vanno«considerati “soltanto” dei beceri insulti, privi di quella specifica connotazione discriminatoria rilevante ex art. 11 CGS».

Stessi cori contro i napoletani, dunque stessa sanzione – settori chiusi – per Milan, Inter e Torino. E stessa condizionale. Viene fatto rientrare nel concetto di discriminazione territoriale anche il coro «noi non siamo napoletani». Eppure esistono delle differenze sostanziali tra la tifoseria romanista e tutte le altre. I cori delle Curve giallorosse non rispondono a un disegno preordinato. Sono stati lanciati semplicemente perché davanti c’era il Napoli. È un modo di insultare l’avversario, accade da decenni, accade con qualsiasi altra tifoseria diversa da quella romanista. E accade anche all’inverso, ovunque, in qualunque stadio italiano diverso dall’Olimpico. Se quindi è probabile che nel caso della Roma non ci saranno ulteriori strascichi (almeno fino a Napoli-Roma), più complicata sembra la situazione delle altre Curve. Specie di quella interista, che ha lanciato l’idea di una campagna di insulti a matrice discriminatoria per giungere al paradosso di una chiusura di tutti gli stadi, e che quindi potrebbe voler proseguire questa battaglia. Un appello che pare destinato ad avere un seguito solo parziale. Perché nelle nostre Curve si canta la Roma. E si canta contro chi sfida la Roma. 

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