(F.Balzani) Quasi 10 milioni in caso di scudetto, cinque se la Roma dovesse qualificarsi alla Champions. La scaramanzia nella capitale non ha mai portato coppe o scudetti, così nell’ultima relazione finanziaria del club datata 7 ottobre ecco emergere la voce «premio scudetto». Attenzione però: non sono le otto vittorie consecutive ad aver convinto i dirigenti a fissare un premio per tutti come fece Sensi anni addietro.
Quei dieci milioni – 4 milioni e 810 mila euro di premio vittoria campionato, 4 milioni e 900 mila per la qualificazione in Champions – sono la somma dei bonus legati ai successi di squadra presenti sui singoli contratti di calciatori e staff tecnico. Non tutti però hanno sottoscritto questo tipo di clausola e quindi non tutti, a oggi, percepirebbero il premio. Per un De Sanctis che prenderà 200 mila euro, ci sarà per esempio un Torosidis che oggi come oggi resterebbe a becco asciutto. Diverso il discorso per i dirigenti che prenderanno un premio individuale a parte. Il Global Ceo Zanzi, per esempio, percepirà 300 mila euro lordi in caso di Champions.
Restando in ambito economico: la Roma si appresta a dare il via all’ aumento di capitale da 80 milioni. Soldi in realtà già versati nelle casse della società dalla Neep Roma Holding (controllata da Pallotta e UniCredit). II Cda della Roma ha comunque chiesto all’assemblea dei soci, che si riunirà lunedì prossimo, di «avviare l’offerta in opzione agli azionisti dell’intero importo dell’aumento di capitale» e di dare «mandato irrevocabile » allo stesso Cda «per procedere all’esecuzione di ogni operazione e adempimento necessario ». La ricapitalizzazione sarà dunque aperta anche al mercato degli azionisti di minoranza. Se questi ultimi dovessero disertare si avvierebbero le procedure al delisting della società dal listino. Neep che detiene già il 78% del capitale, potrebbe perciò salire al 90%.
Infine, ieri il ds Sabatini era a Milano per chiudere per Abner, terzino del Coritiba corteggiato da Benfica e City e costato 5 milioni.