(P. Oleotto) – È il vincente del calcio italiano. E domenica tornerà dove ha costruito almeno metà della sua fama, del suo record: 15 partite vinte di fila non sono davvero male per un difeonsore che, nell’estate del 2010, è arrivato in serie A dalla B francese, con un passato ricco di dubbi. Ma anche un carattere di ferro che nel giro pochi anni ha fatto diventare Mehdi Benatia uno dei protagonisti delle cavalcate europee dell’Udinese e della Roma capolista. Passato. Non male per uno che sembrava perso per il grande calcio.
Figlio del Magheb, padre marocchino, madre algerina, Benatia è nato nel 1987 in Francia, a Courcouronnes, dove è stato pescato per l’accademia giovanile del football transalpino e quindi dal Marsiglia, passando per il Guingamp. Era il 2003 e Mehdi sembrava accomodato nell’anticamera per il successo. Ma anche da quelle parti – seppur in modo minore – i giovanotti devono farsi le ossa per giocare in un club importante come l’Olympique e perciò Benatia viene spedito in prestito altrove, nelle serie minori, per maturare.
E lì che si smarrisce e perde anche la fiducia dei dirigenti marsigliesi. Tours, Lorient e poi Clermont, giocando senza incantare e intralciato non poco da un grave infortunio al ginocchio che frena la crescita di un giocatore muscolare come il marocchino. Sì, marocchino, perchè nel frattempo opta per la nazionale rossoverde, anche se pare più che altro una scelta affettiva, visto che le prestazioni non sono di spessore internazionale. La svolta. Sembra. Perchè all’orizzonte si materializza l’Udinese per la prima volta impegnata a setacciare il mercato francese di secondo livello, cosa che continuerà a fare nelle stagioni successive con Sissoko e soprattutto Heurtaux.
Allora, attratto dal curriculum, dalle ultime risposte sul campo e da un contratto prossimo alla scadenza, Gino Pozzo firma Mehdi nel gennaio del 2010 per averlo in rosa nella stagione successiva. Arriva in Friuli con Francesco Guidolin fresco d’investitura per la sua seconda esperienza bianconera e lo colpisce subito. Pare lento e macchinoso Benatia, nei primi giorni nel ritiro di Arta Terme, ma è soltanto un’impressione. Quando spariscono le tossine, il Guido si ritrova tra le mani un difensore abile nell’anticipo e anche in fase offensiva, quando sposta i centrali in avanti per i calci piazzati, tanto che arriva pure qualche gol. La sua esplosione segue la parabola dell’Udinese, tanto che già dopo la prima stagione friulana è sulla bocca degli operatori di mercato: quelli inglesi (Liverpool, Manchester United e Arsenal), francesi (Psg), italiani (Napoli e Milan). Ma Pozzo non molla mai un giocatore dopo un solo anno a Udine. Esperienza.
Ecco quindi che Benatia colleziona tutte e tre le “bandierine” europee di Guidolin: un quarto, un terzo e un quinto posto nell’ordine, sempre da protagonista, anche se nel corso dello scorso inverno più di qualche acciacco muscolare lo frena. Il finale di stagione, però è da superstar. C’è lui tra i titolari in sette delle otto vittorie di fila che chiudono, a partire dal 7 aprile, lo scorso campionato, quando condisce il tutto con anche due gol. Un vizietto che non perde con il trasferimento a Roma per 13 milioni, un’operazione che porta nella cassaforte bianconera anche le comproprietà di Nico Lopez e Verre (ora a Palermo). Dopo otto giornate, infatti, ha messo altri due palloni in rete ha continuato a vincere. Ora la sua “striscia” è arrivata a quota 15 quando il presente si intreccia con il passato. Forse un segno del destino. Appuntamento a domenica al Friuli, Mehdi.