(M. Evangelisti) – Ma come si potrebbe tenere fuori della porta un cucciolo con quegli occhi giganteschi? Si può, in realtà, e Rudi Garcia non si lascia né intimidire né commuovere facilmente. Adem Ljajic ti guarda come se supplicasse. Ovviamente non ci pensa neppure. Attende che gli diano quel che secondo lui gli spetta […]. Si è allenato su rigori e punizioni anche dopo l’orario di lavoro previsto. Garcia lo ha promosso o forse lo ha illuso: è il giocatore più simile a Totti che abbiamo in rosa, ha detto l’allenatore. E lui ci ha creduto, anche se senso della misura e prudenza gli consigliano di tenere basse le orecchie: « Ci manca un uomo importantissimo. Dobbiamo vincere senza di lui »
I GUAI – Il suo rapporto con Garcia non sembra impallidire di fronte alle avversità. A Dimensione Suono Roma ha paragonato l’allenatore a Montella, forse con ironia visto che a Firenze il feeling era arrivato a fondo corsa. Ma ha anche detto che il sergente fa molto possesso palla, lavora sui passaggi e rispetta tutti. Sembra considerarli lati positivi. Aggiungendo: «Decide lui se schierarmi o no. Giusto così. Io però mi sto allenando per bene, dopo aver avuto guai alla schiena e a un flessore ».
Ljajic vorrebbe giocare sempre e una volta distingueva gli allenatori in base a criteri conseguenti. Adesso lo fa ancora. La differenza è che al riguardo ha pronunciato buoni propositi, dato che ci avviciniamo al Natale: Prima mi arrabbiavo se non mi mettevano subito in campo, ora non più. E’ vero però che non vedo l’ora di giocare dal primo minuto ». Non è un auspicio, è un commento. Dà per scontato che tocchi a lui.
Proprio qui sta il problema e fors’anche l’origine primordiale degli ultimi dubbi di Garcia. Quando l’allenatore ha guardato Ljajic in faccia al momento di metterlo in campo contro il Napoli quel che ha visto non gli è piaciuto […]. Niente di più facile per dimostrargli fiducia che nominarlo sostituto ideale di Totti e utilizzarlo di conseguenza […].