(F. Velluzzi) – C’èGuidolin che parla, arrivano Di Natale e Pinzi, c’è fermento per la Roma capolista dell’ex Benatia che viene a Udine, ma per un giorno, nel foyer del Friuli, sempre work in progress, la scena è tutta per Michael Nino da Villadossola, un paese montagnoso in provincia di Verbania, Piemonte. Nino, 26 anni, imbianchino, uno che farebbe girare la testa alle groupies degli stadi più di un calciatore, si presenta con la fidanzata Renata: «Conviviamo da febbraio». Lei se lo mangia con gli occhi. Lui non crede ai suoi di occhi. Oggi i calciatori dell’Udinese giocheranno col nome della sua piccola azienda sulla maglia: «Michael Nino Imbianchino». È il primo selezionato nel concorso indetto dalla Dacia, lo sponsor bianconero. Una svolta. Una bella iniziativa che vuol dar coraggio alle piccole imprese sempre più in crisi. Proprio venerdì in Friuli è emerso un dato preoccupante: 70 aziende hanno chiuso. La Dacia ha deciso per tre partite (anche con Inter e Fiorentina) di togliere il suo marchio dalla maglia e darlo a professionisti che non hanno superato un fatturato di 100 mila euro o aziende con non più di 3 dipendenti. Hanno aderito in 4.300. «Non ho dipendenti, mi muovo col furgoncino e vado a lavorare. I clienti non mi mancano, ma la crisi si sente». Totò Di Natale gli ha fatto coraggio: «Se vinceremo (l’Udinese non perde in casa dal 2 settembre 2012 con la Juve, ndr) la dedicheremo a lui. Michael ha avuto coraggio, non è facile mettersi in proprio alla sua età in un momento così. Gli auguro il meglio». L’Udinese e Hs (che venerdì con i ragazzi dell’Academy ha radunato tutta la squadra all’Inter Sport, un delirio di gente) hanno regalato allo sponsor per un giorno la maglia con nome e firme: «È un’altra prima volta. Io sono milanista, sono andato anche a Manchester, ma queste cose mi emozionano. Mi sento divo, più che sponsor, per un giorno. Finora avevo fatto solo magliette e bustine di zucchero». Oggi ha una vetrina pazzesca.
Guidolin In questo contesto si deve anche pensare alla sfida con la Roma. Guidolin lascia i soliti dubbi (Brkic, più no che sì, Muriel «vedremo»), ma spiega come si può tentare l’impresa di bloccare chi non ha mai perso:«Palleggiare bene la palla, verticalizzare e non prendere paura. Anzi trasformare la paura in coraggio. Il problema Di Natale? Lui lo è per gli avversari. Chiaro, va rifornito ». Poi saluta Benatia: «È arrivato con la sua fame di successo e di gloria. È intelligente e furbo. Si è meritato tutto»