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CORRIERE DELLA SERA La Roma studia come vincere anche senza Totti

Totti

(L. Valdiserri) Rudi Garcia, nella conferenza stampa di venerdì, è stato sintetico e chiaro: «Non cerco un vice Totti perché non esiste». Non c’è dubbio che la trasferta contro l’Udinese, che non perde al «Friuli» da 22 partite (ultima sconfitta il 2 settembre 2012, Udinese-Juventus 1-4; 7 vittorie e un pareggio nelle ultime otto gare casalinghe), sia vista come uno snodo importantissimo sia dai giallorossi ancora a punteggio pieno che dalle inseguitrici che sperano che stasera non lo siano più.

O salterà il record delle vittorie consecutive a inizio stagione — la Juventus 2005- 2006 ne fece 9, ma poi arrivò Calciopoli—o salterà l’imbattibilità casalinga dei friulani. La mancanza di Totti e Gervinho per infortunio (il capitano starà fuori da 4 a 6 settimane, l’ivoriano potrebbe tornare giovedì contro il Chievo o domenica contro il Torino) costringerà Garcia a presentare una Roma nuova. Sarà ancora vincente? Il tecnico francese si è permesso il massimo del turnover a Genova, contro la Sampdoria, nel turno infrasettimanale del 25 settembre, schierando titolari Marquinho, Borriello e Gervinho ma facendo entrare Totti dalla panchina nell’ultima mezzora. Ora, per la prima volta, sarà senza il leader assoluto della squadra e la rivelazione del campionato. In settimana Garcia ha provato sia il 4-3-3, con Florenzi- Borriello-Ljajic, che il 4-2-3-1, con Marquinho-Pjanic-Florenzi dietro a Borriello e davanti alla coppia di incontristi De Rossi-Strootman.

Più probabile la prima ipotesi, con Ljajic che freme per avere un po’ di spazio, ma credibile pure la seconda. Anche l’Udinese— e con Guidolin sarebbe incredibile il contrario—ha provato sia la difesa a tre (contro il 4- 2-3-1) che quella a quattro (contro il 4-3-3). Nel secondo caso sarà Heurtaux il terzino destro, con Basta sulla linea dei centrocampisti. In attacco il tandem Di Natale-Muriel, per provare a perforare la difesa meno battuta d’Europa (un solo gol subito), sperando anche in un attimo di incertezza di Benatia e Castan, i due centrali, tutti e due diffidati e perciò in pieno «allarme giallo». Sono previsti almeno 3.000 tifosi romanisti (1.100 nel settore ospiti) e, con l’Olimpico nel mirino del Giudice sportivo, aperto ma con la spada di Damocle della condizionale, il comportamento sugli spalti sarà importante come quello della squadra sul campo.

Pjanic, nei giorni scorsi, ha lanciato un appello: «Abbiamo bisogno del vostro tifo, non fateci giocare negli stadi vuoti». Speriamo che sia ascoltato. Ora è tutto straordinario, ma si fa presto a passare dall’inferno al paradiso, e viceversa, come può testimoniare uno dei protagonisti della Roma più contestata (la scorsa stagione) e di quella più adorata (l’attuale). Federico Balzaretti c’era sia nella finale di Coppa Italia del 26 maggio che in 7 delle 8 vittorie di questo campionato. Sulla prima: «Lì per lì è stata una batosta. Bravo chi è rimasto, in quel momento era più facile andare via che rimanere, invece tanta gente ci ha creduto e ha voluto riprovarci ». Sulle seconde: «Questo inizio di stagione lo abbiamo costruito insieme, sta andando tutto molto bene, però bisogna rimanere con i piedi per terra». Garcia approverà, ma Guidolin ha un’altra idea.

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