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GAZZETTA DELLO SPORT Quella Roma del gol da 10 e lode

De Rossi Balzaretti Strootman

(C.Zucchelli) – Dicono che a Trigoria, qualche settimana fa, persino Morgan De Sanctis abbia segnato in allenamento. Magari, nella Roma dei record, anche lui vuole scrivere il suo nome tra i marcatori considerando che, dei titolari, è l’unico insieme a Castan a non aver mai segnato o, almeno, propiziato un autogol (vedi Maicon contro il Verona). In una squadra in cui ogni cosa sembra girare alla perfezione, quasi tutti si sono tolti lo sfizio di esultare almeno una volta: casa o trasferta, primo o secondo tempo, azione o calcio piazzato, non c’è differenza.

PROFETA  Il segreto di questa giostra del gol sta nelle parole che Garcia ha detto ai suoi calciatori durante i primi giorni di lavoro a Riscone: «Con me tutti attaccano e tutti difendono». Tradotto: dovete coprire la difesa ma, al tempo stesso, dovete tutti cercare la porta. I giocatori lo hanno preso in parola. Dei titolari (o almeno quelli che finora hanno giocato di più) hanno segnato Benatia, Balzaretti, De Rossi, Pjanic, Strootman, Florenzi, Gervinho e Totti. E poi ancora Ljajic e Bradley, tutti e due entrando a partita in corso. Era stato buon profeta l’allenatore francese nel dire a luglio: «Mi piace il movimento di squadra, ogni calciatore può arrivare davanti alla porta avversaria».

GLI SCONTENTI  Come l’Inter e la Fiorentina, la Roma è la squadra che ha mandato in rete più giocatori: 10. La Juve e il Milan sono a 9, a 8 Lazio e Parma. Solo due gli scontenti: Castan, che ogni tanto si prende qualche battutina dai compagni per non aver ancora segnato, e soprattutto Borriello. In una squadra in cui tutti trovano il modo di far gol, l’unica punta di ruolo è rimasta ancora a secco. E questo gli pesa.

AGITATO Garcia ha provato a tranquillizzarlo («Il gol non deve diventare un’ossessione») ma sa perfettamente che finché non gonfierà la rete, Borriello non si tranquillizzerà. La scorsa stagione di questi tempi aveva già realizzato tre gol, ma a Genova era il titolare e aveva una squadra che giocava per lui.

ZEMAN E CAPELLO  Altri tempi, così come altri tempi sono quelli in cui c’era Zeman. La passata stagione, alla decima giornata (9 sul campo, senza calcolare il 3-0 a tavolino di Cagliari) la Roma del boemo, da sempre considerato il re del gol, ne aveva fatti 19 (4 in meno di quest’anno), ne aveva subiti lo stesso numero ed era riuscita a mantenere la porta inviolata soltanto contro l’Atalanta all’Olimpico. La Roma di Capello invece, quella che vinse lo scudetto nel 2001, dopo 9 giornate aveva realizzato 20 gol subendone 7. Solo 5 però i marcatori, simbolo di una squadra fortissima, costruita per vincere, ma senza tutte le risorse imprevedibili che sembra avere questa Roma.

TABU’  Una squadra, considerando anche le ultime due giornate dello scorso campionato, imbattuta da 11 partite. L’ultimo ko, sempre durante un turno infrasettimanale, lo scorso 7 maggio proprio contro il Chievo, a cui la Roma non segna da 3 partite. Un altro tabù che domani Garcia, con tutti i suoi marcatori, vuole sfatare.

 

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