(G. Piacentini) – È in cerca di riscatto la Roma. Sembra quasi un paradosso per una squadra che è stata capace di vincere 10 delle prime 11 partite in campionato, pareggiando in trasferta a Torino. Eppure nella Capitale il punto ottenuto contro la formazione di Ventura è stato accolto come un mezzo passo falso: è proprio questo il segnale che Rudi Garcia voleva dall’ambiente e soprattutto dallo spogliatoio giallorosso, che vive sulle ali dell’entusiasmo e non ha nessuna intenzione di tornare con i piedi per terra.
C’è anzi la volontà di giocarsi fino in fondo le possibilità di scudetto con Juventus e Napoli, le due più immediate inseguitrici che stasera si affrontano. Una partita che Garcia, che dovrà ancora rinunciare a Totti ma che ha recuperato (per la panchina) Gervinho e che dovrebbe affidarsi al tridente composto da Borriello, Ljajic e Florenzi, vorrebbe vedersi in tranquillità sul divano di casa, con tre punti in più in classifica che gli permetterebbero, comunque vada il posticipo, di allungare su almeno una delle contendenti.
Per farlo dovrà superare l’ostacolo Sassuolo, sulla carta un avversario ampiamente alla portata della capolista ma in un buon momento di forma: dopo un avvio di campionato disastroso gli emiliani hanno conquistato 7 7 dei 9 punti che hanno in classifica nelle ultime quattro partite, ottenendo due vittorie e un pareggio.
Sarà una sfida dai contorni particolari per Eusebio Di Francesco, il tecnico del Sassuolo che ha vinto con la maglia giallorossa uno scudetto da calciatore. Un’impresa che lo ha iscritto di diritto nella storia del club per cui fa ancora il tifo. «Spero — ha dichiarato ieri—che la Roma vinca lo scudetto, ma che ricominci a vincere dalla prossima partita». Una speranza lecita, ma non condivisa dai suoi ex tifosi. E soprattutto da Rudi Garcia.