(G. Piacentini) Magari non ne sente il rumore, come José Mourinho, o non li vede dappertutto come Antonio Conte, ma Rudi Garcia questa sera dovrà sconfiggere un bel po’ di nemici. Il rischio che fattori esterni possano distogliere l’attenzione dei giocatori romanisti è forte e ci vorrà tutta l’abilità del tecnico francese per isolare la squadra dalla polemica scoppiata ieri tra il presidente Pallotta e UniCredit.
Se la «sindrome cinese» abbia turbato i giallorossi lo si vedrà stasera, ma quello che è certo è che dentro Trigoria i fattori di nervosismo sono molti. Il pressing della Juve ha il suo peso: Garcia non manca mai di sottolineare come, dopo 10 vittorie e 2 pareggi, si aspettasse di avere un bel margine sugli inseguitori e invece questa sera, per la prima volta, la Roma scenderà in campo non da capolista ma da inseguitrice. E lo dovrà fare su un campo in condizioni approssimative, a causa della gara di rugby disputata sabato, altro evento che Garcia ha dichiarato di non gradire. Ci sono poi le condizioni fisiche di alcuni calciatori che non fanno dormire sonni tranquilli al tecnico, che non ha mancato di polemizzare con la federazione brasiliana per i 180’ di Maicon nelle due amichevoli, giocate nello spazio di tre giorni. Torosidis, altro dazio pagato alle nazionali, starà fuori per 20 giorni e Balzaretti non è stato convocato per un problema muscolare. Non è un vero e proprio allarme, ma l’unico esterno difensivo che non ha avuto problemi in settimana è Dodò.
Una piccola buona notizia arriva dal ritorno di Mattia Destro, convocato per la prima volta dopo il 26 maggio, ma con un’autonomia molto limitata. C’è pure Marco Borriello, anche lui non al top, protagonista dell’unico vero ballottaggio della vigilia, con Ljajic, per un posto a fianco di Gervinho e Florenzi. «La nostra squadra – ha dichiarato a Roma Channel -non gioca per il centravanti e io non sarò mai come Totti, Gervinho o Ljajic, che saltano l’uomo e vanno in porta. Sono un centravanti a cui devi portare la palla in area. Il Cagliari è una squadra che ha sempre messo in difficoltà la Roma, ma quest’anno le cose cambieranno». Perché tra tutti i nemici, veri o presunti, quelli più reali avranno le fattezze dei calciatori rossoblu, che negli ultimi tempi hanno l’abitudine di venire all’Olimpico a prendersi i tre punti. Lo hanno fatto due stagioni fa, con un gol del carneade El Kabir alla prima di Luis Enrique, e si sono ripetuti lo scorso anno esonerando, di fatto, Zeman. Una tendenza da invertire per scacciare tutti i nemici, riprendersi la testa della classifica e riportare il sorriso sulla bocca di Garcia e pure di Pallotta, che per una sera potrà godersi la sua Roma e dimenticare le liti con la banca.