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IL ROMANISTA De Rossi: «È ancora lunga»

De Rossi

(V. Meta) – In una sera come questa, sarebbe troppo facile dire che hai rovinato tutto. Troppo facile e anche troppo comodo, perché è vero che i numeri dicono che in tre giornate la Roma ha dilapidato il vantaggio di cinque punti sulle seconde, ma ne ha sempre sette sulla terza, non ha mai smesso di giocare e contro il Cagliari ha trovato un Avramov che in cinque anni da vice Frey a Firenze aveva fatto più papere che parate. Sarebbe troppo facile e infatti Daniele De Rossi, capitano di questo periodo un po’ così, si guarda bene dal dirlo. Anzi, a dispetto della rabbia per l’ennesima notte stonata contro il Cagliari, la sua analisi non potrebbe essere più lucida: «Siamo delusi – il suo esordio a Sky, in un Olimpico già vuoto – , abbiamo fatto tanti tiri in porta e avuto tantissime occasioni. Il loro portiere è stato il migliore in campo. Non penso che possiamo rimproverarci molto». La difesa ha funzionato come al solito, quello che invece non è andato come nelle prime dieci partite sono stati i movimenti dell’attacco, che pure ritrovava Gervinho: «Non prendiamo mai gol, ma in questo momento non ne segniamo, è questa la spiegazione, mi sembra abbastanza logica. Però siamo una squadra che crea tanto, anche con il Sassuolo era stato così. Ripeto, non c’è niente da rimproverare a questa squadra, anche l’impegno non è mai mancato».

È mancato semmai un pizzico di fortuna, quella che qualcuno nelle settimane delle dieci vittorie di seguito aveva provato a tirare in ballo:«All’inizio andava tutto bene – dice De Rossi -, ora la fortuna è passata a qualcun altro. Ma il campionato è lungo, siamo a un punto da una squadra di fenomeni e comunque abbiamo allontanato il Napoli». La pura (e dura) verità. D’altra parte, Daniele non è mai stato il tipo da mettersi a fare drammi, figuriamoci adesso, tant’è che quando semgli chiedono della “situazione” risponde quasi stizzito che «la situazione è quella che diciamo dall’inizio dell’anno, anche se qualcuno ha provato a dire il contrario. Noi abbiamo sette punti dal terzo posto, forse otto. Noi dobbiamo arrivare in Champions, poi è chiaro che se vinci le prime otto e vai avanti a tutti, cerchi di rimanerci e noi cercheremo di ritornarci»Altro che finita, si può dire che sia appena cominciata: «L’ambiente ci ha dato un a mano, all’inizio soprattutto. È normale che quando vinci le prime dieci ci speri. Quando giochi, schiacci gli avversari che si difendono in undici contro di noi e non provano nemmeno il contropiede. Tutti ci temono, ma dobbiamo essere più cinici». Considerazioni che aiutano ad accendere il lume della ragione in una città che già da oggi rischia di sprofondare nella disperazione di chi pensa di aver rovinato tutto. Eppure, in una notte così, l’amarezza resta: «Il campionato non è finito, siamo a un punto da una squadra creata per vincere tutto. Le cose stanno andando bene, però dopo tre pareggi consecutivi c’è amaro in bocca». Lascia il campo per ultimo, De Rossi, e lo fa correndo. L’unica cosa da fare, dopo una serata così.

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