(M.Cecchini) «Io sono la cura», ringhiava Sylvester Stallone indossando i panni del «Cobra» in un film di certo dimenticabile. La frase però è d’effetto, così da poterla appiccicare sui pensieri di Francesco Totti. In fondo, è questa l’unica cosa che fa da collante all’universo romanista, diviso tra le prime vere critiche al troppo prudente Garcia (giudicato non impeccabile neppure con Torino, Sassuolo e Cagliari) e la rabbia verso gli arbitri («assolti» però ieri da Nicchi).
COLLOQUIO BRASCHI Ma se i tifosi sono arrabbiati per una serie di torti (alcuni reali, altri presunti), la società ha scelto un assai apprezzato basso profilo, espresso direttamente al designatore Braschi, presente a Bergamo. Il punto di vista della Roma è chiaro: encomiabile l’attenzione ai giallorossi dello stesso designatore (è alla terza «visione» in 14 gare), non c’è nulla in comune con Calciopoli, non pensiamo a nessun complotto, i rapporti con la Juve sono ottimi (anche quelli personali tra Pallotta e Agnelli), gli errori ci possono stare e ci sono stati anche a nostro favore, ma apprezzeremmo che ci sia sempre uniformità di giudizio e, possibilmente, sempre arbitri di alto livello.
LJAJIC & CO. Arbitri a parte, la flessione della Roma è evidente. Per questo Garcia ha dovuto metabolizzare un lunedì di critiche che gli hanno fatto capire come sia facile, qui in Italia, passare dalle stelle alle stalle (è successo anche a Benitez). D’altronde, se nelle ultime 6 partite – quelle giocate senza Totti – la ex capolista ha segnato solo 5 reti la spiegazione della frenata è evidente. Per questo ieri c’era attesa per la visita del capitano alla clinica Villa Stuart (premiata ieri dalla Fims), dove si è sottoposto a un ulteriore esame al tendine e al muscolo della coscia destra lesionati. Il responso è stato ancora una volta positivo e così Totti presto tornerà in gruppo. Quasi impossibile, però, vederlo impiegato dall’inizio domenica contro la Fiorentina. Più probabile una sua convocazione per fargli riassaggiare il clima partita e portarlo gradualmente al top in vista della sfida del 16 dicembre contro il Milan. Al netto, ovviamente, di stop o influenze varie. D’altronde, il capitano pare indispensabile, visto che Borriello deve recuperare, Destro sconta le ruggini muscolari di 6 mesi di stop e il malinconico Ljajic sembra non essere troppo considerato da Garcia, se neppure in assenza di così tanti attaccanti, a Bergamo, è stato schierato titolare. Se non un caso, quasi.
ARRIVA PALLOTTA Per questo la piazza vorrebbe rinforzi sul mercato di gennaio. In attesa di Iturbe (a giugno), sul taccuino ci sono i nomi noti di D’Ambrosio (Torino) e Sanabria, 17enne attaccante paraguaiano del Barcellona, svincolabile con 3 milioni. La lista dei desideri sarà consegnata direttamente al presidente Pallotta, in arrivo venerdì per la Fiorentina e la cena di Natale fissata per il 9 dicembre. In agenda, si dice che ci possa essere anche un incontro col sindaco Marino per la questione stadio, magari accompagnato dal progetto vero e proprio. D’altronde, quello di Natale è il periodo dei desideri. E allora meglio farli in grande, no?