(A. Angeloni) – Quando i pezzi cominciano a mancare e le alternative non sono proprio all’altezza, la battuta d’arresto è dietro l’angolo. Quasi prevedibile. La Roma tiene botta, fa quel che può. E il fatto che non abbia ancora perso suona quasi come un miracolo. Perché non è facile andare a giocare senza Totti, Gervinho, poi capita di perdere per strada Benatia e Castan, quindi Borriello e Balzaretti. E non solo: De Rossi è mezzo e mezzo, quel piede non guarisce e gli crea problemi (ma non sarà per caso una microfrattura?), Strootman non si è mai fermato e ora boccheggia, così come Maicon e Florenzi; Destro ha giocato un’ottantina di minuti con la Primavera, tutti hanno gridato alla resurrezione, ma a Bergamo s’è accomodato in panchina e non poteva essere utile per stessa ammissione di Garcia («aveva problemi fisici»). Come se non bastasse la rinuncia preventiva a Pjanic dell’altro ieri, se da una parte sa del suicidio tecnico tattico, dall’altra invece può essere letta come un voler preservare un calciatore importante e per di più diffidato. In una situazione di “normale grandezza”, vedi Juve, questi micro casi si risolvono ricorrendo all’artiglieria pesante. Esce Vucinic, c’è Llorente; serve la vittoria contro l’Udinese, che ti sta mettendo in difficoltà? Ecco Quagliarella. Si fa male Lichtsteiner, c’è Isla, Peluso. Là dove le alternative sono di livello, quel tipo di problemi si nascondono più facilmente. A Bergamo, decisione giusta o sbagliata che fosse, s’è deciso di tenere fuori Pjanic e al suo posto è stato schierato Bradley; Dodò – se non altro per una questione di esperienza – non vale Balzaretti e Marquinho non è Ljajic, nemmeno questo Ljajic. Sembra chiara la scarsa considerazione del tecnico nei confronti del serbo. Gioca poco (e Adem quel poco lo fa maluccio) e Rudi nelle interviste post Atalanta nemmeno lo nomina.
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TOTTI PER IL MILAN
La Roma in questo momento si ritrova senza il suo uomo migliore, Totti, che ieri si è fatto visitare dal professor Mariani a Villa Stuart, sta meglio ma il suo rientro è previsto tra una decina di giorni, quindi non con la Fiorentina ma probabilmente a San Siro contro il Milan nella giornata successiva. Ciò che serve in questo momento è un centravanti e la Roma al momento non ne ha nemmeno uno. O meglio, ne ha due ma indisponibili, Destro e Borriello. Il fiato comincia a essere corto per tanti, compreso chi arriva da infortuni seri come Gervinho, e figuariamoci come starà Totti al rientro. Si dovrebbero gestire le forze, ma la coperta sembra essere troppo corta. Giocare sempre con gli stessi, alla lunga non paga. Anzi, è dannoso.