Flottante, quota capitale, trend rialzista. La Roma di questo inizio campionato non ha solo vissuto delle gioie delle dieci vittorie consecutive, una posizione di classifica ai vertici e la convinzione di aver trovato in Rudi Garcia un gran tecnico. La Roma, o meglio l’AS Roma, ha vissuto un periodo d’oro anche in Borsa sebbene le parole prima citate non coinvolgano in maniera viscerale i tifosi di Trastevere come un gol del capitano Francesco Totti.
L’As Roma degli ultimi mesi ha registrato un trend di crescita da capogiro: da giugno ad oggi la variazione in termini percentuali è stata del +156%. Se prima dell’estate il titolo valeva pochi centesimi ora si aggira ben sopra la quota di 1 euro per azione. Certo, non si diventa ricchi avendo in portafoglio il titolo della Lupa ma per il nuovo management a stelle e strisce di James Pallotta questo vuol dire attirare potenziali soci.
Il gioco è semplice, quanto una ripartenza di mister Garcia: crescita titolo, attenzione degli investitori stranieri, acquisti, nuova liquidità, denari freschi e senza debiti per investire nella squadra. Una performance che ha fatto piacere a Pallotta ma ha creato anche una frizione con il socio storico dei giallorossi: Unicredit. La banca guidata da Federico Ghizzoni è stata da sempre la sostenitrice, nonché la creditrice, della gestione Sensi-Italpetroli. Ha più volte messo voce in capitolo sui bilanci e sugli aumenti di capitale (come nel caso del rinnovo di Daniele De Rossi). Tra la banca del Centro-Nord e il magnate americano si è inserito un potenziale supporter cinese: Hna di Chen Feng, colosso di Pechino attivo in compagnie aeree, immobiliare, turismo e finanza. Lo scambio di battute mezzo stampa tra l’Italia e gli States, nonché la richiesta di chiarimento da parte della Consob, non è stata proprio amichevole. Ora sembra essere tornato il sereno, per il bene della Roma.
In realtà il socio di maggioranza del club (Unicredit) dissente sulle modalità di ingresso dei cinesi: vorrebbe che Hna partecipasse a un aumento di capitale riservato (versando soldi nelle case di Neep e a cascata della Roma) e non, invece, rilevando parte delle azioni di Unicredit e pertanto facendo intascare circa 30 milioni alla banca. Per Pallotta, un compromesso potrebbe essere l’acquisto del 20% da Unicredit (che scenderebbe all’11%) e un successivo aumento riservato a Feng: i cinesi potrebbero investire fino a 50 milioni circa. Se attorno a questo schema si troverà una convergenza, Unicredit si farà carico di mettere al corrente i cinesi.