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CORRIERE DELLO SPORT. Italia, l’ emergenza premia Osvaldo

Osvaldo

(A. Santoni) – Prandelliavrebbe voluto la Pro­va della Personalità, per la sua Italia già qua­lificata, domani a Belgrado. Dovrà acconten­tarsi di una Nazionale tirata per la giacca dai club di mezza Europa, tutti pronti a reclama­re i propri assi semiazzoppati, e di una squa­dra in cui un solo mese e poco più di stagio­ne avviata, ha prodotto danni davvero preoc­cupanti.

Ci sono però anche i sorrisi, inatte­si, di Osvaldo, che in questo modo ha brucia­to i tempi, arrivando a Coverciano, appena lasciato da Pazzini e Balotelli, oltre a Crisci­to, tutti infortunati. L’italo-argentino è stato convocato insieme ad Ogbonna, chiamato do­po il turno infrasettimanale giocato ieri dal Torino. Restano invece in bilico Giu­seppe Rossi, col solito proble­ma al ginocchio sinistro, che il Villarreal rivorrebbe subito, mentre Pepito è deciso a gio­care al Maracanà in tandem con Cassano. Ancora fuori gioco infine Balzaretti, bloc­cato dal maldischiena, impegnato a recupe­rare per martedì, quando l’Italia chiuderà la fase di qualificazione a Pescara, contro l’I­r-landa del Nord.

PAZZO E BALO A CASA – La mattinata è stata quasi paradossale. Non a caso il professor Castellacci, responsabile medico azzurro, ha parlato di ‘bollettino di guerra’. Partiamo da Balotelli. Il giocatore, dopo il problema alla schiena denunciato martedì durante la partitella contro la Under 20 di Lega Pro, ie­ri mattina ha avuto problemi anche ad al­zarsi. Una R.M. ha riscontrato piccole soffe­renze discali, che non ne garantivano il re­cupero. A questo vanno aggiunte le pressio­ni del City. La decisione finale è stata quel­la di salutare Mario. Idem per Pazzini. Il problema alla caviglia sinistra, rimediato a Mosca, oltre alle indicazioni interiste hanno portato alla scelta di rinunciare anche a lui. Che per suo conto, appena uscito da Cover­ciano, ha spiegato a Inter Channel:«A Cata­nia, non ho dubbi, ci sarò. Col Napoli ho stretto i denti, perché c’era bisogno di me. Ma adesso non potevo giocare. Mi dispiace,perché alla Nazionale io ci tengo, sempre».

ECCO OSVALDO -Tutto questo tourbillon ha aperto la strada anzitempo a Osvaldo, il nuo­vo bomber della Roma. Prandelli già lunedì ne aveva parlato in chiave azzurra, riman­dando il suo arrivo probabile per le prossime amichevoli di novembre. Le contingenze han­no invece provocato il suo arrivo già adesso. Si tratta dell’azzurro numero 54 della gestio­ne Prandelli, del 25° debuttante. Ma per quanto riguarda Serbia-Italia, il tandem d’at­tacco azzurro è praticamente obbligato. Con Cassano in avanti giocherà Rossi, se oggi da­rà segni di consistente miglioramento («Va meglio»assicurava lui già ieri mattina) oppu­re Giovinco, capocannoniere del campionato, tra gli azzurri sicuramente più in forma e tenuto in gran­dissima considerazione dal ct.

SUPER DELEGAZIONE -La Nazio­nale lascerà Firenze oggi po­meriggio e raggiungerà Bel­grado via Pisa. A seguito del­la squadra una delegazione federale particolarmente nu­trita. Con Abete ci saranno tutti e tre i vice­presidenti Tavecchio, Albertini e Macalli. Una scelta politica chiara, di rispetto della federazione serba, che ha collaborato fatti­vamente a cercare di creare il miglior clima possibile a questo match, dopo i fatti di Geno­va. Bisogna ricordare che è interesse comu­ne delle due federazioni, entrambe ancora sotto osservazione della Uefa (che considera il match ad alto rischio), gestire al meglio la situazione dell’ordine pubblico. Da parte sua la Figc in questo caso ha rinunciato all’acqui­sizione dei biglietti spettanti alla nazionale ospite e la Polizia serba impedirà l’ingresso dei 150 italiani che hanno acquistato il bi­glietto su internet. Non ci saranno dunque ti­fosi azzurri regolari. La sicurezza della dele­gazione sarà garantita da un apparato rinfor­zato. Arriveranno cinque funzioanri di polizia italiani incaricati di collaborare con le forze locali. Anche i media serbi partecipano alla campagna per la sicurezza con uno spot dif­fuso tra giornali e tv che dice: «Fate il tifo in maniera sportiva». Il ricordo delle gesta diIvan Bogdanov deve restare tale.

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