(L. Valdiserri) Sono Wolf, risolvo problemi. Prima la storia. Mattia Destro, che non giocava con la maglia giallorossa dal 26 maggio, un’ora buona prima del fischio d’inizio va nel settore famiglie a firmare autografi ai bambini. È una bellissima iniziativa della (società) Roma, che tocca a turno ai giocatori e che premia chi riempie un settore di tifosi del futuro e che non insultano il portiere avversario che rinvia. Lo accompagna Romolo, il lupo-mascotte della squadra. E Garcia, che aveva promesso undici lupi sul campo, vince la partita con il dodicesimo e il tredicesimo: Destro, che entra per Florenzi al 13’ della ripresa e 9’ dopo segna il 2-1, e naturalmente Romolo. Poi il fatto.
La Roma tiene vivo il campionato, tornando alla vittoria dopo 4 pareggi consecutivi. La Juve, per starle davanti di tre punti, sta tenendo un ritmo infernale: +5 e +7 rispetto alle squadre di Conte scudettate. In più, la Roma manda a -5 il Napoli e a -10 la Fiorentina in prospettiva Champions League. La Lazio a -20, ormai, serve giusto per le battute sul «grande freddo» in città. Non è particolare di poco conto che la Banda Garcia vinca una gara bellissima, anche per merito della Fiorentina. Calcio offensivo, occasioni, pressing, emozioni. I giallorossi con fiammate ustionanti, i viola con il loro gioco spagnoleggiante. Garcia ha trasformato la Roma in un blocco di granito, incentrato sulla coppia difensiva Benatia-Castan, mai lasciata sola da De Rossi. In attesa del rientro di Totti, ieri solo in panchina, il fenomeno lo fa Gervinho, che serve i due assist dei gol e spacca in due la difesa avversaria. La differenza finale puoi chiamarla cattiveria o puoi chiamarla efficacia, come ha fatto a fine gara Montella: «La partita è stata equilibrata, ma la Roma ha giocatori molto efficaci. Però ce la siamo giocata alla pari». In alcune fasi della gara anche meglio, ma non è bastato per rompere il tabù del tecnico verso il suo passato (2 pareggi col Catania, 4 sconfitte con la Fiorentina). La qualità della partita è testimoniata dai tre gol: tutti venuti con un cross dal fondo, il simbolo dell’azione manovrata. La partita è stata uno spettacolo per gli occhi e l’arbitraggio di Orsato non l’ha rovinata.
Due circostanze difficili da trovare, contemporaneamente, nel nostro campionato. La Fiorentina può maledire un’occasione mancata da Aquilani, a porta quasi spalancata, sull’1-1. Anche Borja Valero, però, ha riconosciuto la qualità del gioco della Roma e il suo parere è quello di uno che se ne intende. A San Siro contro il Milan, lunedì prossimo, i giallorossi saranno senza Pjanic, diffidato e ammonito. Un’assenza pesante nell’economia del gioco. Forse, però, avrà recuperato Totti. Un altro Wolf. Un altro che risolve i problemi. «Mi spiace per Miralem — ha commentato Garcia —, ma chi lo sostituirà farà sicuramente bene». La forza del gruppo, quello che la Roma è già e che la Fiorentina sta diventando. E poi, a inizio stagione, quale tifoso romanista avrebbe mai pensato di andare a San Siro, a fine anno, con 19 punti in più dei rossoneri?