(U. Mancini) – Adesso c’è l’emendamento del governo. Scritto nero su bianco dal ministro Graziano Delrio e da oggi sul tavolo della Commissione bilancio. Per la verità nella riunione preparatoria di ieri il testo con le norme per costruire gli stadi non ha convinto più di tanto i democrat. Anche se è stato apprezzato lo sforzo per trovare un compromesso rispetto alla prima contestatissima versione. Sparisce infatti ogni riferimento alle cubature-premio per l’edilizia residenziale, scongiurando così, almeno sotto il profilo teorico, i rischi di speculazione edilizia. Confermata invece la corsia veloce per edificare gli impianti sportivi. In pratica le amministrazioni saranno obbligate a rilasciare i permessi entro tempi definiti, dando così agli investitori punti di riferimento ben chiari. Nonostante l’opera di mediazione di Delrio, il Pd resta dunque spaccato. Se da un lato è considerato un passo avanti aver escluso la cubatura residenziale dal percorso accelerato – né in zone «contigue» allo stadio, nè in aree lontane – dall’altro resta aperto il campo per l’edilizia commerciale. E – si legge ancora nell’emendamento – per quelle iniziative in grado di assicurare l’equilibrio finanziario del progetto da realizzare». «Una formula fumosa» – a giudizio di Riccardo Morassut – che ha fatto capire come sia necessario rimettere mano al testo. Spetterà infatti ai privati e solo a loro indicare agli enti locali l’entità delle compensazioni necessarie a coprire i costi della pista d’atletica o della piscina. Potranno cioè sorgere – questo è il timore – maxi centri commerciali nei pressi degli impianti sportivi. Il tutto senza troppi controlli.
VINCOLI E NODI Non convince poi – sempre nel fronte democrat – che con la procedura ordinaria – a differenza di quella accelerata – si possa costruire un impianto e avere nel contempo l’autorizzazione a edificare palazzine in qualche altra parte della città. Apprezzato invece da Dario Nardella, deputato renziano in Commissione, l’impegno – ribadito nell’emendamento – a non superare i vincoli ambientali e idrogeologici. Una scorciatoia prevista dal testo precedente che aveva fatto insorgere il fronte ambientalista. Tuttavia un piccolo varco resta ancora aperto. La versione finale del testo affida comunque a Palazzo Chigi l’ultima parola qualora Sovraintendenze ai Beni culturali o Asl si rifiutino di dare l’ok alle nuove costruzioni. Unpunto destinato a suscitare polemiche. «Credo che il percorso di questa norma – dice Morassut interpretando un sentimento comune dei dem – sia talmente accidentato e contraddittorio che rischia di risolversi in un pasticcio che scontenterebbe sia il mondo sportivo che quello ambientalista ». Sulla stessa linea anche i renziani.Ma allora che fare? Morassut auspica che il premier Enrico Letta rinunci all’emendamento, per concentrare gli sforzi su una riforma complessiva del project financing. Si tratta cioè di mettere a punto una normativa organica – come sostiene il ministro dell’AmbienteAndrea Orlando – per garantire un equo consumo del suolo, puntando soprattutto sulla riqualificazione delle strutture esistenti.Da oggi la resa dei conti in Commissione. Con una parte del Pd pronto a dare battaglia, mentre Fi appoggia il testo voluto daLetta.