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REPUBBLICA.IT Roma, l’amuleto Totti per sbancare San Siro

Totti

(M. Pinci) L’ombra di Totti su San Siro.La Scala del calcio, in piedi davanti al capitano della Roma: una scena ripetuta più volte, negli ultimi anni, l’ultima soltanto due mesi fa. Un impatto decisivo sulle gare milanesi, quello di Francesco Totti. Lo dicono i numeri: quando il capitano romanista segna a Milano, la Roma vince. E per vincere, la Roma ha bisogno dei suoi gol, sempre o quasi.

Il tabù milanese è durato a lungo. Anni e anni senza gioie, semmai raccogliendo soltanto duri capitomboli, anche dolorosi per la classifica. Poi, la tendenza si è interrotta: la prima volta c’era Spalletti, ma soprattutto c’era Totti. Due gol, e 3-2 all’Inter nella sua tana, ottobre 2005. Da quel giorno, sono diventate otto le vittorie in campionato a Milano: una decisa da Vucinic, una da Borriello, una da Osvaldo Florenzi e Marquinho. Per tutto il resto, c’è Francesco Totti. Due gol a ottobre, per demolire la lanciatissima Inter di Mazzarri. Altri due ne aveva realizzati a novembre 2006, in casa rossonera, interrompendo un’astinenza che durava dai tempi di Tancredi, addirittura. Poi altri grappoli di reti, il giorno dell’addio di Maldini a San Siro, quello nel giorno dell’annunciato scudetto interista del 2007 (rimandato di una settimana). In tutto, otto reti nelle sei vittorie con lui in campo: anche per questo Garcia, lunedì, gli chiederà di esserci. Dall’inizio.

GARCIA E LA SCARAMANZIA – Forse da un francese del Nord, austero – almeno apparentemente – come il castello della sua Nemours, nessuno se lo sarebbe aspettato. E invece anche Rudi Garcia cede alla scaramanzia. Qualcuno lo aveva sospettato, quando con la Roma che continuava a infilare vittorie e record dando spettacolo, si ostinava a parlare di ritorno in Europa (League) come obiettivo stagionale. Oggi che ha ammesso non senza qualche sofferenza di ambire a uno dei primi tre posti, il mentore transalpino della squadra lanciata all’inseguimento della Juventus, non rinuncia alla superstizione, quasi una proiezione sportiva dell’italianissimo “non è vero ma ci credo”. Per questo prima di Milan-Roma, ha scelto di non anticipare la conferenza al sabato. Un vezzo che lo aveva accompagnato durante la lunga striscia di 4 pareggi consecutivi (occasionalmente, anche durante la striscia record). Prima del match con la Fiorentina, poi, per non sovrapporsi ai sorteggi Mondiali, aveva riportato la conferenza alla vigilia della partita. La vittoria lo ha convinto a “ripetersi” prima di Milan-Roma

 

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