«Su Gattuso scommetterei che è una persona perbene, credo ciecamente a quello che ha detto». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si schiera a difesa dell’ex campione del mondo di calcio finito nel registro degli indagati della procura di Cremona per lo scandalo del calcioscommesse. «Mi fa un effetto incredibile – ha detto Malagò – ho sentito il tono della sua voce e voglio capire cosa c’è dietro questa indagine».
Il generale di brigata dei carabinieri Enrico Cataldi, già a capo del Racis dei Carabinieri, assume la carica di Procuratore generale dello Sport che vigilerà sul lavoro delle singole procure federali. Lo ha annunciato il presidente del Coni Giovanni Malagò, al termine della Giunta che ha varato la riforma della giustizia sportiva.
«Mi fido di Gattuso». Giancarlo Abete era vicomissiario della Federcalcio nel 2006, quando l’Italia di Lippi, Cannavaro e dell’ex centrocampista ora indagato a Cremona alzò la coppa del Mondo vinta contro la Francia. Forte della conoscenza personale, Abete che oggi della stessa federazione è presidente esce allo scoperto: «Ho grandissima fiducia» in Gattuso, dicendosi «certo» che il campione del mondo del 2006 a Berlino «uscirà senza ombre» da questa vicenda. «Non considero possibile il coinvolgimento di Gattuso». «Conoscendolo – dice – mi risulta estremamente difficile ipotizzare che possa aver dato luogo a comportamenti non in linea con lo stile e il tipo di riconoscimento che tutti gli hanno dato, per l’attività che ha sempre svolto». Abete non ha parlato con l’ex nazionale, ma gli concede credito e, nel contempo ha fiducia nella magistratura, aspetta chiarimenti su tutta la vicenda. Il presidente della Figc ha espresso il proprio pensiero a margine della consegna delle bandiere agli alfieri azzurri ai Giochi invernali di Soci 2014, che si è svolta nel Quirinale, alla presenza del capo dello Stato. «Ci sono sempre alcune cose che fanno parte del costume italico, come le perquisizioni alle 6 del mattino – aggiunge Abete -: queste situazioni creano più traumi che opportunità. Noi ricordiamo quella di Criscito a Coverciano, prima degli Europei 2012». Da Torino, arriva invece una reazione dura di Antonio Conte,tirato nuovamente in ballo nell’ultimo capitolo dell’inchiesta di Cremona con una dichiarazione di un giocatore del Siena che ne fa il nome. «Alcuni organi di stampa danno grande risalto al mio nome, in relazione ad avvenimenti che riguardano altre persone. Le dichiarazioni riportate evidenziano circostanze per le quali sono già stato giudicato – ha detto l’allenatore della Juve -: mi tutelerò da chiunque intenda ledere la mia dignità». Il nome di Conte emerge da un verbale d’interrogatorio, il 7 luglio 2013, dopo le dichiarazioni dell’ex portiere del Siena, Ferdinando Coppola, su una partita della squadra toscana contro l’AlbinoLeffe.
Fonte: Ansa