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IL ROMANISTA “Iturbe? La Roma lo vede bene”

Iturbe

(P. A. Coletti) –  Basterebbe leggere i suoi soprannomi per capire che la Roma sta seguendo un vero campioncino. “El Messi Guaranì”, “Iturbessi” e “Pulguita”, questi i tre nomignoli con cui chiamano in Argentina Juan Manuel Iturbe. Il talento classe ’93 dal doppio passaporto (argentino e paraguaiano), che ha stregato la Serie A con la maglia del Verona, (4 gol e un assist in 13 presenze) è uno dei primi nomi scritti sul taccuino di Walter Sabatini per rinforzare la Roma che verrà. Gli indizi per vederlo in giallorosso dal prossimo giugno ci sono tutti. Ieri il presidente del Verona, Maurizio Setti, in un’intervista a Radio Rai 2ha detto: «Iturbe ha tutte le caratteristiche per diventare un campione, la Roma lo vede bene, a fine stagione valuteremo la soluzione migliore per noi e per il ragazzo».

Il secondo indizio arriva direttamente da dentro le mura di Trigoria. Nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sportqualche giorno fa Rudi Garcia parlando del giovane attaccanta aveva detto: «Ha delle qualità e noi abbiamo bisogno in futuro di un mancino davanti. Forse arriverà a fine stagione. Ma certo è uno che guardiamo». E la Roma lo guarda già da tempo. Almeno da quest’estate quando il Verona è riuscito a strapparlo al Porto con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto fissato a 15 milioni. Una cifra molto alta, soprattutto per il club veneto. I giallorossi avrebbero due opzioni: aiutare il Verona a pagare il riscatto per poi portare il giocatore a Trigoria oppure aspettare per poi andare a trattare direttamente col club portoghese.

PREDESTINATO – Iturbe nasce a Buenos Aires, in Argentina, il 4 giugno 1993 da genitori paraguaiani. Inizia la sua carriera con la maglia del Cerro Porteno in Paraguay. A 16 anni appena compiuti fà il suo esordio in prima squadra e contribuisce alla vittoria del Torneo di Apertura attirandosi l’attenzione di molti club europei, su tutti il Manchester United. Ferguson raggiunge anche un accordo di massima con il club paraguaiano ma deve arrendersi di fronte al rifiuto del giocatore di trasferirsi in Premier. Nello stesso anno arriva anche il debutto con la nazionale maggiore paraguaiana guidata allora da El Tata Martino (oggi tecnico del Barcellona) in una partita amichevole contro il Cile. Dopo due anni al Cerro Porteno si trasferisce in Argentina al Quilmes e dopo le insistenti pressioni dell’AFA accetta la chiamata dell’under 20 argentina, scelta che sta mantenendo tutt’ora, scatenando una battaglia legale tra le due Federazioni. Dopo il Mondiale di categoria viene acquistato dal Porto per 4 milioni di euro dove in un anno e mezzo gioca solo 5 partite di campionato con la prima squadra. Per incomprensioni con allenatori e dirigenti torna in Argentina in prestito al River Plate dove si mette in luce con 3 gol in 17 presenze. Torna a Porto nell’estate del 2013 che dopo una sola presenza lo gira nuovamente in prestito al Verona. Il resto è storia recente: “El Messi Guaranì” incanta l’Italia con giocate, dribbling, assist e gol diventando un elemento fondamentale del Verona di Mandorlini. A uno come lui però il gialloblù potrebbe stargli stretto a giugno. E a Trigoria già lo aspettano a braccia aperte.

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