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IL ROMANISTA Ventuno modi per dirti… 2013

Curva Sud

(V. Meta) – AFRICA Ce n’è un po’ in tutti noi, e non solo perché le prime tracce del genere umano le hanno trovate lì. Per le treccine di Gervinho, che quando è arrivato sembrava fosse un oggetto misterioso e adesso di misterioso c’è solo il modo per fermarlo quando va via in accelerazione. Viva la Costa d’Avorio. Per la mitraglia di Benatia, che quando è arrivato dicevano non potesse giocare con Castan (“perché non sono una coppia”) e adesso sono la coppia più bella d’Europa. La cavalcata solitaria di Marassi era roba da Guerre Stellari: solo chi aveva conosciuto il lato oscuro della forza poteva riuscirci. Viva il Marocco.

B lazio

C:CHIESA Quella riportata al centro del villaggio, come da metafora francese importata da Rudi Garcia e diventata in un attimo l’emblema della sua Roma.

DESTRO Il suo 2013 è cominciato con i gol che hanno trascinato la Roma in finale di Coppa Italia e finito con tre reti consecutive nelle ultime tre partite dell’anno. In mezzo un intervento al ginocchio, un Europeo Under 21 sfiorato senza quasi giocarlo e il rischio di dover chiudere una carriera appena cominciata. Garcia lo ha aspettato senza farlo sentire un dimenticato. Quello che ha fatto quando è tornato, è stata una sorpresa solo per chi aveva dimenticato che il più forte attaccante della fortissima classe ’91 ce l’abbiamo noi.

ETERNO La carta d’identità dice trentasette anni, le statistiche dicono che con lui in campo dal primo minuto la Roma in questo campionato ne ha vinte otto su otto. Francesco Totti. Il resto è silenzio.

FEDERICO Balzaretti, naturalmente. Lacrime e brividi. Ti voglio bene. GARCIA Da ipotetica terza scelta a eroe di Roma. Parabola curiosa, quella del primo allenatore francese della storia giallorossa. Mai decollata la trattativa con Mazzarri, saltata quella con Allegri per il no del tecnico del Milan (che adesso è a -22, è bene ricordarlo), Sabatini chiama l’allenatore del Lille dei miracoli, che in quel momento è in vacanza in Marocco, ci pensa un paio di giorni e poi dice sì. Nella prima conferenza stampa, lo scetticismo è tangibile. L’inizio non potrebbe essere più duro: tifosi sul piede di guerra, mercato da non poter sbagliare, certezze da costruire a cominciare da quelle tecniche. Rudi non si spaventa e tiene fede a un solo imperativo: lavoro. Il venticinque agosto a Livorno qualcosa comincia a tornare a posto. Sarà amore.

HOTEL Ci sono stati momenti in cui è sembrato che lo fosse, ma questa Roma non è un albergo. E non lo sarà neanche nel 2014.

INTER Ovvero, non vincete mai. Nel 2013 li abbiamo incontrati quattro volte: tre vittorie e un pareggio, più una lezione di calcio, il 5 ottobre scorso, quando una Roma stellare ridimensiona Mazzarri.

L vedi B

MEDIA PUNTI Andreazzoli ne andava tanto fiero, ma con lui la Roma ha vissuto uno dei momenti peggiori della sua storia recente. In fondo quel destro a 110 M L I all’ora di Totti a Buffon era proprio quello che sembrava. Un miracolo.

NOME Il nostro è il simbolo della loro eterna sconfitta. Roma.

OSVALDO Innamorato al punto da andarsene in vacanza il fine settimana del derby, furioso tanto da litigare di continuo con i tifosi a Riscone. Dicevano che senza lui, Lamela e Marquinhos non si potesse giocare. Dicevano che l’avremmo rimpianto. Dicevano che se non si prendeva Quagliarella, l’attacco non sarebbe stato completo. Lui invece ha detto solo che la Premier era il suo sogno. Infatti pare se ne voglia già andare.

PORTIERI Ci voleva un pirata per mettere ordine nel caos fra i pali della Roma. Dopo Stekelenburg che non parlava e Goicoechea che non parava, la ricostruzione delle certezze doveva partire per forza dalla porta. Morgan De Sanctis urla e para. Alla sua prima conferenza stampa si presentò in giacca e cravatta nonostante il caldo torrido e quando gli chiesero se fosse preoccupato perché avrebbe giocato con una coppia di centrali lenti, per poco non si metteva a ridere: «Castan e Benatia? Vedrete…». Urlava e parava ancora solo in allenamento, ma aveva già capito tutto.

QUARANTUNO I punti con cui finiamo il 2013. Siamo salvi.

ROMULO Vedi N.

STROOTMAN Il capolavoro del mercato 2013. Pagato tanto, vale ancora di più. Quando Sabatini lo porta a Roma con un blitz che brucia la concorrenza di Milan e Manchester United, non tutti capiscono la reale entità del colpo. Adesso che ha segnato quattro gol e che con Pjanic e De Rossi forma un centrocampo come ce ne sono pochi in Europa, fa notizia quando gioca una partita da 6.

TERNI «Siamo andati a giocare questa amichevole con la Ternana e lì per la prima volta mi sono sentito in difficoltà. Mi chiedevo che senso avesse scendere in campo, come se quello che era successo due mesi prima fosse qualcosa di incancellabile. A Livorno ho capito che non era così perché questo è un gruppo eccezionale». (Daniele De Rossi, uno per cui la parola data conta e infatti ha detto no al Manchester United).

ULTRÀ Quelli a cui chiudono la curva, quelli che la riempiono sempre.

VENTISETTE MAGGIO Il nostro giorno dopo. ZEMAN Il suo 2013 alla Roma è durato poco più di un mese, il tempo di vincere a Firenze rinunciando al 4-3-3 e poi lasciarsi andare a fondo con il Cagliari. “Questo amore braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato”.

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