( D.Galli) – Una Roma formato maxi sotto Natale. Anzi Maxxi, come il museo dove la società brinderà mercoledì alle imminenti festività.
Ma il bello è che pure in questo la Roma rompe con se stessa, con il suo passato fatto di schemi, preconcetti e gerarchie. Il “tu sì, tu no” non è più legge a Trigoria. La Roma nuova festeggerà insieme. Baldini vuole che siano presenti tutti i dipendenti. Mica solo la dirigenza, lo staff tecnico e i calciatori con le loro famiglie. Tutti. Dal presidente DiBenedetto ai magazzinieri. «Noi siamo la Roma». Noi. Noi tutti. È stato così che Baldini ha spiegato ai suoi collaboratori la decisione. Non c’è un separè tra la rosa più bella, quella che va in campo ogni maledetta domenica (e ormai anche il venerdì, il sabato e il lunedì), e il resto del pianeta romanista. Nell’ottica di questi manager, gli uomini son tutti uguali.
Anche Totti, che per i tifosi è molto meno uguale. «Noi siamo la Roma». Più del 4-3-1-2, di Taddei e Perrotta terzini o Cassetti centrale, della scelta di non convocare chiunque sbagli, pure si chiamasse Maradona, questo è il vero dogma. C’è un episodio che ricordano spesso a Trigoria. Prima sera a Riscone di Brunico, Alto Adige, albori della Revolucionche lassù tra le montagne fu fatta anche di girotondi e acchiapparella. Luis Enrique convoca tutti. Tutti: giocatori e dipendenti. «Noi siamo la Roma». Noi. Noi tutti. Non conta se ti chiami Totti o Mario Bianchi, se vivi qui dentro, se lotti per lo stesso obiettivo, fai parte della squadra. Tu sei la Roma. Anche tu, Mario. Non è stato Baldini a imporre il dogma a Luis Enrique. È una questione di feeling. Il primo ha scelto il secondo perché entrambi condividono quella che non è logica di impresa, ma una filosofia di vita. Il direttore generale con incarichi da vicepresidente esecutivo ha voluto con sé un tecnico che la pensasse allo stesso modo. Ecco perché un fallimento di Luis Enrique sarebbe così difficile da accettare.
Ecco perché sarebbe altrettanto difficile trovare un allenatore in grado di raccoglierne l’eredità. Ma qui si va fuori tema. Il tema è che mercoledì sera la Roma sarà tutta al Maxxi, a due passi dal Flaminio. Sarebbe banale aggiungere che il sogno è quello di festeggiare due successi. Uno sul campo, e indovinate quale. Il secondo fuori: il contratto di De Rossi. Sarebbe banale, però sarebbe fico. Quel giorno potrebbe vedersi anche un volto nuovo. Quello di Christoph Winterling, ex numero uno del marketing di Adidas Sport Italia. Promuoveremo il marchio AS Roma in tutto il mondo, ha detto DiBenedetto. Adesso Mr Tom è passato all’azione. Ha ingaggiato il migliore. Si chiama Winterling, appunto. Risolve problemi. IL CDA È morto ieri Cosimo (registrato negli USA come Cosmo) Tacopina, papà del vicepresidente della Roma, Joe. Nato a Roma, emigrato a New York, aveva 94 anni. Il gravissimo lutto potrebbe portare al rinvio di un Cda programmato proprio per mercoledì