(A.Pugliese) Doveva starsene a Dubai, spalmato magari su di un lettino di un resort a cinque stelle, godendosi la miglior stagione della sua carriera. Ed invece ieri era già a Trigoria (con Destro e De Rossi) per lavorare in vista della Juve, perché in cuor suo ora non c’è il sole e le vacanze ma la sfida di Torino e quella vetta a cui crede ancora. Mehdi Benatia, del resto, è fatto così, è un gigante non solo in campo ma anche fuori e con la sua voglia e il suo carisma ha conquistato tutti. A cominciare da Garcia, che non ha avuto dubbi ad individuare in lui il primo dei «capitani extra», quelli che arrivano dopo due totem come Totti e De Rossi.
LAVORI EXTRA Mehdi, dunque, è già tornato a sudare, nonostante la ripresa a Trigoria sia stata fissata per lunedì prossimo. Questione di cuore, quello con cui Benatia vive ogni momento della sua vita. Per lui e per gli altri (da oggi ci sarà anche Pjanic) c’è un programma specifico che prevede corsa, allungamenti, addominali, chi vuole cyclette, un po’ di nuoto ed esercizi aerobici. Il 30, poi, l’attesa prova-peso, consentito massimo uno «strappo» di un chilo rispetto al rompete le righe del 22. Ma da questo punto di vista Benatia non rischia, ci tiene troppo a ripartire proprio dove si era fermato.
GOLEADOR DOC Già, ma dove si era fermato Benatia? A quella doppietta al Catania che l’ha reso il difensore più prolifico della Serie A (4 gol come Nagatomo, uno più di Cacciatore ed Heurtaux) ed, in assoluto, il migliore dell’anno solare 2013: sei reti in tutto, nessun altro difensore ha fatto meglio. Segno di una maturità calcistica oramai acquisita, che ne ha fatto anche uno dei principali obiettivi di mercato dei top-club europei (Machester United su tutti). Ma Mehdi per ora non ci pensa, nella sua testa c’è altro. A cominciare proprio dalla sfida alla Juventus, che arriva dopo una serie di 24 risultati utili consecutivi. Già, perché il gigante marocchino non perde una partita da Catania-Udinese (3-1) del 16 marzo scorso.
RIVINCITA Questa è una delle tante rivincite che si è già preso in questi primi 6 mesi romani. «Io non dirò mai di essere il migliore, perché non si finisce mai di imparare. Ma è facile parlare in estate, nel calcio conta solo il campo» è stato lo sfogo (colmo d’orgoglio) pre-natalizio. Del resto, quando arrivò a Roma in molti storsero la bocca per quei 13,5 milioni versati all’Udinese. Oggi, quei soldi sembrano benedetti. Ed alla fine ha ragione lui, a conti fatti conta solo il campo. E Mehdi, lì, ha dimostrato di essere davvero un gigante.