Di seguito uno stralcio dell’intervista del ct azzurro Cesare Prandelli:
(S. Vernazza) Prandelli, a mente fredda il «girone della morte», con Uruguay, Italia, Inghilterra e Costa Rica, fa ancora così paura?
«Paura no, ma resta un gruppo molto difficile, con tre nazionali campioni del mondo. L’obiettivo minimo è la qualificazione, possibilmente da primi in classifica. Contro l’Inghilterra giocammo una partita meravigliosa all’Europeo del 2012, ma non facemmo gol e passammo ai rigori.
L’Uruguay l’abbiamo sofferto nel secondo tempo della finale per il terzo posto alla Confederations 2013 e poi altra vittoria ai rigori. Della Costa Rica non parla nessuno, ma ho cominciato a studiarla: possiede tecnica e brillantezza fisica. Il Mondiale è già cominciato. Questi mesi che ci separano dal calcio d’inizio sono fondamentali, in queste settimane si gettano le basi, programmazione della preparazione ».
L’Italia può vincere il Mondiale?
«Brasile, Argentina, Germania e Spagna sono le nazionali favorite. Dietro ci sono seisette squadre, tra le quali l’Italia. Leviamoci dalla testa l’idea che siamo i più forti, i più belli e i più bravi. Non lo siamo. Non siamo più i migliori, ma possiamo battere i migliori, a patto che ci si comporti in un certo modo, con spirito di gruppo ».
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Anche i «grandi vecchi» tipo Totti, Toni e Di Natale e lo stesso Cassano?
«Anche loro, dotati di esperienza straordinaria. Il tempo passa per tutti, ma a priori non escludo nessuno. Vedremo in primavera».
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Alla ripresa del campionato ci sarà Juve-Roma: come la vede?
«Juve favorita per la partita in sé e per lo scudetto, perché ha una mostruosa continuità di rendimento. La Roma di Garcia però mi piace parecchio, è molto solida. Sarò una sfida divertente, a patto di abbassare i toni».
L’ennesimo scandalo scommesse vede tra gli indagati un campione del mondo come Rino Gattuso. Che cosa ne pensa?
«Per Gattuso metterei la mano sul fuoco. Sono convinto che Rino non c’entri niente. In generale, però, dico che siamo un Paese vecchio, che fatica a rinnovarsi, e certi scandali che si ripetono lo dimostrano. I giocatori sono pagati bene, non hanno bisogno di arrotondare: chi ha sbagliato deve pagare».
L’uomo dell’anno, del 2013 che sta per finire?
«Papa Francesco. Prendo in prestito e riadatto la meravigliosa frase di Garcia: Papa Francesco ha rimesso la Chiesa al centro di tutto».