(U.Trani) Rudi Garcia è al lavoro per presentare la Roma migliore allo Juventus stadium. Negli interpreti e nell’assetto. Sta valutando i singoli: li conosce benissimo, deve solo capire chi in questi giorni sta al top. A volte basta un dettaglio e una sfumatura per determinare la scelta finale. Non è una questione di impegno, qualche giocatore è stato fermo giusto tre-quattro giorni: il gruppo ha risposto proprio come voleva il francese. Concentrazione e applicazione.Conteranno, dunque, gli ultimi allenamenti della settimana. Serviranno per verificare le condizioni di ognuno. Anche se poi la rotazione degli uomini, in partenza e durante la gara, coinvolgerà soprattutto i sei attaccanti. Solo Borriello è leggermente dietro ai compagni, avendo appena recuperato. Gli altri cinque sono in ballo: Totti e Destro per il ruolo di prima punta; Gervinho, Florenzi e Ljajic per i due posti sulle fasce.
ATTENZIONE E COMPATTEZZA La Juve non si affida solo alle sue due punte. Sa colpire sui lati, con gli esterni, e anche in mezzo, con i suoi intermedi. A prescindere dall’interpretazione della gara, la Roma non si può permettere, in fase di non possesso palla, di lasciare più di due uomini in attacco. Anche a San Siro contro l’Inter di Mazzarri, il 5 ottobre, Garcia ha chiesto tanto sacrificio ai suoi uomini offensivi: guarda caso la formazione nerazzurra aveva la linea a tre dietro e due uomini a spingere sulle corsie laterali, proprio come fa Conte con i suoi uomini. Le tre punte giallorosse, quella sera, erano Florenzi, Totti e Gervinho. Con l’ivoriano più avanzato e il capitano spesso a dare una mano dietro. In quella sera a Milano, il tecnico francese scoprì per la prima volta l’altra faccia della sua squadra, efficace e spietata in contropiede. A Torino il film del match potrebbe essere simile. Rudi preferisce in assoluto che la Roma abbia sempre l’iniziativa, ma bisogna anche pesare la qualità e soprattutto l’organizzazione dell’avversario. Prima della prudenza, viene sempre l’equilibrio. Anche con il pressing alto. Senza esagerare, però.