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IL TEMPO Garcia e Conte destini incrociati

Rudi Garcia

(A. Austini) A forza di vincere partite, s’è fatto notare anche dall’altezzosa Signora. Quella che ha pensato di prenderlo dieci anni fa, a voler dar retta a Luciano Moggi. «Volevo Rudi Garcia alla Juve – ha detto l’ex direttore generale bianconero – lui faceva parte di una terna di candidati composta anche da Capello e Wenger. Probabilmente se non fosse arrivato Capello avremmo virato su Wenger che era più conosciuto, ma lui veniva subito dopo. È bravo e ha un buon feeling con i calciatori».

La stessa buona impressione se l’è fatta Andrea Agnelli, che ha fatto i complimenti a Pallotta per aver scelto un allenatore così preparato. Questo non significa che la Juve stia corteggiando il francese, ma presto potrebbe partire la ricerca di un nuovo tecnico e fra i candidati, in quel caso, è assai probabile che finisca anche il nome di Garcia. Già la scorsa estate il rapporto con Conte si è incrinato, fino quasi a spezzarsi. Il leccese vorrebbe investimenti maggiori della proprietà per poter aspirare alla Champions, sente di essere arrivato al massimo risultato possibile con il potenziale a disposizione e da un paio di stagioni il suo telefono squilla di sovente. Non gli mancherebbe l’opportunità di allenare un club di livello «top» inPremier, lo stuzzica l’idea di mettersi al servizio di uno sceicco in Francia. Che sia Monaco o Psg. Insomma il tipo di club dove basta chiedere e ti sarà dato. Il suo contratto con la Juve scade tra un anno e mezzo (come quello di Garcia) ma a fine campionato bisogna tirare le somme. L’amarezza per non essersi nemmeno giocato la Champions in questa stagione pesa parecchio nel morale di Conte, quindi non è affatto escluso che i tentennamenti del recente passato si trasformino in una richiesta d’addio. Si fa già il nome di Prandelli (che smentisce) per la successione, Garcia per il momento rappresenta solo una delle tante idee. Peraltro irraggiungibile la prossima estate, mentre il «rischio» sarebbe più alto seConte se ne andasse alla fine del contratto, nel 2015.

La Roma, nel frattempo, proverà a blindare Rudi. Lo considera un eccellente allenatore e un uomo fedele, come ha già dimostrato di essere alLilla, dove è rimasto per cinque stagioni. «Quando mi lego a una società penso che lavorerò lì per sempre» ha ripetuto spesso Garcia. Si è messo in testa di vincere qualcosa di importante a Roma e se non ci riuscirà in questo campionato, proverà di nuovo nel prossimo. Su questo non c’è dubbio. Il futuro a più lunga scadenza dipende invece da tanti altri fattori. Compreso il contratto: al di là di qualche chiacchiera informale non è stata ancora avviata la trattativa per il rinnovo. Pallotta sarebbe ben disposto a prolungare il matrimonio con il francese: «Allenerà la Roma nei prossimi dieci anni» ha detto il presidente in uno slancio d’ottimismo, rimarcando anche che «Rudi è il primo scelto da me». Dopo tre allenatori presi e poi scaricati in due stagioni, gli americani sentono di poter finalmente costruire un progetto tecnico a lunga durata e faranno di tutto per trattenere un allenatore apprezzato da tanti. Non solo dalla Juve.

Intanto domani i due migliori condottieri della serie A si ritrovano uno di fronte all’altro per la prima volta in carriera. Non sarà così difficile perGarcia far meglio dei suoi predecessori romanisti: Luis Enrique ha preso 7 gol senza segnarne uno fra la gara di Coppa Italia e quella di campionato,Zeman 4 in una sfida durata lo spazio di 18 minuti. Allo «Stadium» continuano a perdere tutti, ma Rudi è convinto di poter fare lo sgambetto a Conte. Chissà come la prenderebbe Agnelli.

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