(L. Bianchin/L. Garlando) – JuveRoma è un diamante: te lo rigiri tra le mani e abbaglia da tutte le parti. La prima contro la seconda, il miglior attacco (Juve) contro la miglior difesa (Roma), le mediane più forti del campionato, Pirlo contro Totti, i due tecnici più decisivi del torneo, una (Roma) che ha vinto le prime 10, l’altra (Juve) che ha vinto le ultime 9. Vi basta? Risaliamo il campo per capire dove può decidersi la partitona. Lo scudetto passa di qui.
Attacca la Juve: Vidal I 7 gol presi da Garcia sono uno diverso dall’altro: non si evidenzia un punto critico. La Roma non ha concesso un solo gol alle punte centrali. Benatia e Castan sono un portone d’acciaio. La Roma ha avuto più problemi con gli esterni (Vargas, Biabiany) e gli infiltrati (Muntari). E’ quest’ultima categoria il vero rischio per Garcia, perché Vidal (7 gol, 13 tiri nello specchio) e Pogba (5, 16) sono gli incursori più spietati in circolazione. Fondamentale sarà il lavoro di protezione di mediana ed esterni, che è il vero segreto del record difensivo dei giallorossi, il grande merito di Garcia: l’organizzazione di squadra. Facciamo due esempi, per capire in concreto come Conte può sbranare lì in mezzo. Nel trio dei mediani, De Rossi è il perno centrale basso, che rincula a impostare tra Benatia e Castan. Se resta troppo basso e uno tra Strootman e Pjanic sale in pressing su Pirlo, senza la copertura degli esterni, si spalancano varchi che gente come Vidal (3 gol alla Roma negli ultimi due incroci a Torino) e Pogba di solito sfrutta.Maanche Tevez che parte da lontano ed è di gran lunga il protagonista di questa notte con più tiri in porta: 29, davanti a Ljajic (18), che potrebbe essere la scelta di Garcia, come a San Siro col Milan. Il gol di Muntari subìto in quell’occasione su lavoro da pivot di Balotelli a centro area, è un copione che può tornare utile a Conte, grazie alle sponde di Llorente per i soliti incursori. Secondo esempio. Sarà fondamentale anche il sacrificio in pressing degli esterni alti di Garcia. La Juve alza la palla impostando con i difensori e scaricando spesso su Lichtsteiner ed Asamoah. Presidiare bene quelle linee di passaggio vorrebbe dire costringere la Juve a passare dal centro (Pirlo), a rallentare e a essere più prevedibile.[…]
In mezzo: Orazi e Curiazi Ma lo spettacolo vero sarà a centrocampo. Avete presente l’ultimo derby di Milano? Tutto un altro mondo. Qui c’è qualità, corsa, c’è tutto. JuveRoma è anche una sfida 3 contro 3, come Orazi e Curiazi. Il trio di Conte è più da guerriglia (più contrasti vinti, più palle recuperate), quello di Garcia da governo (più possesso, più passaggi). Mostruosi i numeri di Vidal e Pogba in fase passiva. Vidal: 93 palloni recuperati, 50 contrasti vinti; Pogba: 118 recuperi, 37 contrasti. Nel complesso i tre giallorossi hanno recuperato 60 palle in meno e vinto 20 contrasti in meno. Ma è impressionante anche il numero di occasioni create da Pjanic: 40. Pirlo ne conta solo 25. Totti non più di 34. I numeri valgono più delle copertine che strillano lo scontro stellare PirloTotti. Conte sa benissimo che la qualità del bosniaco è un fattore chiave e lo farà braccare dai suoi mastini. Un campionato fa la Juve seviziò la Roma proprio a centrocampo.
Zeman si suicidò piantando un lampione a centrocampo (Tachtsidis) e osando Lamela e Totti esterni che non coprivano neppure se stessi. Il 433 di Garcia è tutta un’altra cosa e assomiglia al 352 più quanto sembri. Lo dimostrano i flussi di gioco che vedete in pagina. De Rossi arretra tra i due centrali difensivi, Maicon e Dodò salgono, Florenzi affianca la mediana, Gervinho si avvicina a Totti ed ecco un assetto non troppo diverso da quello di Conte. In ogni caso la Juve non cavalcherà praterie come un anno fa, ma troverà a centrocampo la stessa densità che offrirà alla Roma. Un paio di numeri spiegano bene la trasformazione tattica di De Rossi: tante palle recuperate (93), pochi contrasti vinti (12, contro i 50 di Vidal). Perché? Perché tappa buchi e intercetta l’ultimo passaggio come un libero di vecchio stampo, mentre di tackle e lotte corpo a corpo si occupano Strootman e Pjanic qualche metro più avanti.
Attacca laRoma: Gervinho Garcia si è trascinato il dubbiotridente fino al fischio d’inizio. Florenzi? Destro? Ljajic? Fuori Totti? Pjanic avanzato con Bradley a blindare la mediana? Un punto fisso c’è: Gervinho. Ed è il più temuto da Conte, perché il più imprevedibile. Garcia può scatenarlo a destra o a sinistra. Guardate il campetto dei suoi tocchi di palla: impossibile definire una zona della metà campo in cui sia più presente. Gervinho spunta ovunque, veloce e tecnicamente attrezzato, quasi come Snejider. La Juve soffre questi giocatori, soprattutto se attaccano larghi, dove la difesa a 3, se mal protetta, presta il fianco. Infatti Conte ha lavorato molto sulle transizioni, per ingabbiare l’ex Arsenal con i triangoli esterni: Barzagli, Lichtsteiner, Vidal; Chiellini, Asamoah, Pogba. Garcia conta di sorprendere e infilzare un altro 352, come gli è riuscito trionfalmente a San Siro, contro Mazzarri, scatenando magari una nuova cavalcata di Strootman al momento giusto, lanciato dal quarterback Totti, e incrociando di continuo Ljajic (o chi per lui) e Gervinho. L’ultima sconfitta della Juve arrivò a Firenze dalle punture in corsa di Rossi e Joaquin.[…]