(L. Garlando) Se la Juve non ha ucciso il campionato, l’ha conciato malissimo. Non tanto per il secco 30 che sprofonda la Roma a 8, quanto per l’impressionante prova di forza che ha imposto alla rivale più prossima. Altre volte è stata più rabbiosa e spettacolare, mai così matura. Ha aspettato la Roma, ne ha spento le fasce, ha segnato due gol con i primi due tiri in porta, ha governato con la freddezza degli dei, ha offerto una straordinaria prova difensiva di squadra. La Juve, che ha 5 punti in più del campionato scorso, ha messo in fila la decima vittoria (eguagliato il record 193132) e viaggia al ritmo dei 100 punti a campionato. Mostruosa. Tenete conto che non ha più lo stress da Champions. Conte, un luminare, ha conservato il meglio che aveva, in uomini e spirito, e ci ha aggiunto un campione come Tevez: anche ieri decisivo, il migliore. Per questo la Stadium ha tremato al suo infortunio. Il giallo scudetto pare proprio risolto. A meno che la concorrenza non si armi di trattorini turchi.
Roma da ritoccare Garcia ha preso un gol in meno di Luis Enrique e Zeman, che negli ultimi due passaggi torinesi ne avevano beccati 4. Totale del triennio: JuveRoma 111. Ma la prima sconfitta in campionato non cancella quanto fatto di buono finora. Anche ieri, in avvio, la Roma ha dimostrato personalità e qualità. Non ha pagato la scelta di Ljajic. Totti ha negato alla squadra il solito aiutino. Ma è ora che la Roma e Garcia devono dimostrarsi grandi, assorbendo senza traumi la prima caduta, meglio di quanto abbia fatto ieri De Rossi che si è fatto cacciare per un fallo folle su Chiellini, e trovando nuove vie tattiche. Perché è già da tempo che la manovra ha perso lo smalto di inizio stagione e le corse dei suoi esterni sono diventate prevedibili. Il 4231 provato nella ripresa potrebbe essere un’ipotesi di lavoro.
Juve prudente La partenza tranquilla della Juve è figlia dei 5 punti di vantaggio e dei carichi di Conte dopo il panettone. Le due cose sconsigliano la sgommata rabbiosa che lo Stadium conosce bene. E’ la Roma, con buona personalità, che sta più alta nel primo quarto d’ora, governata dal bravo Pjanic. Ljajic, il mister x della vigilia, parte a destra, ma si scambierà di continuo con Gervinho per togliere punti di riferimento, e così fa Totti arretrando al centro per dettare in profondità. Stare alti consente anche di sfruttare eventuali errori dei difensori che impostano. Succede al 7’ quando Bonucci perde palla e consente a Totti di armare Ljajic: Buffon salva.
L’Apache spacca La Juve comincia a salire, senza mai sbilanciarsi, e trova l’episodio che spacca la partita. In situazioni di equilibrio, avere uno squalo come Tevez è una manna. Negli anni scorsi, senza di lui, fioccavano i pareggi. E’ l’Apache che si insinua in area. De Rossi fa il difensore ma senza gli arnesi del corpo a corpo. Fa girare Tevez che tocca per Vidal, perso da Pjanic. Il cileno imbuca il primo palo: 10. Ottavo gol in questo campionato, quarto alla Roma a Torino in tre anni: altro squalo. Ottenuto il vantaggio, la Juve si comporta da esperta squadra da governo. Aver ritrovato Pirlo non è poco. Compatta le linee, arretra un filo e soprattutto mette i lucchetti alle fasce, dove la Roma spaventa di più. Come? Lichtsteiner e Asamoah in linea con i difensori; Vidal e Pogba pronti a scalare. Così Ljajic e Gervinho non trovano spazio per correre. Con le bande chiuse servirebbe il miglior Totti per scovare il corridoio buono, ma non c’è e Pjanic, il migliore dei suoi, soffre una botta al ginocchio e dovrà uscire. Servirebbero anche cambi di gioco più tempestivi, per trovare un esterno con spazi aperti davanti, ma la circolazione è lenta. Il 61% di possesso all’intervallo, senza altre pallegol, racconta la sterilità degli attacchi di Garcia e la grande prova difensiva della Juve.
Follia De Rossi Il gol di Bonucci al 3’ della ripresa, su punizione da farmacista di Pirlo, è una mazzata tremenda, che consente alla Juve di amministrare ancora più serena. Garcia ci prova con Destro e il 4231, ma alla mezz’ora un fallo isterico di De Rossi (non un inedito in carriera) su Chiellini lascia i giallorossi in dieci. Giù il sipario. La Roma chiude poi addirittura in nove uomini per il salvataggio di pugno di Castan sulla linea che manda Vucinic sul dischetto al 32’: 30. Così Conte ha preso la chiesa di Garcia e l’ha riportata ai margini del villaggio. A 8 chilometri dal centro.