(M.Cecchini) È stato un re senza corona. Un sovrano caduto proprio dinanzi al trionfo più grande della storia giallorossa recente. Parliamo di Mattia Destro, che l’anno scorso – grazie alle sue cinque reti in altrettante partite – è risultato il capocannoniere di Coppa Italia della Roma. La sconfitta in finale nel derby contro la Lazio, inevitabilmente, ha vaporizzato una possibile favola, ma proprio per questo Mattia Destro ha voglia di cominciare a scriverne un’altra. A partire da stasera all’Olimpico, quando guiderà la squadra contro la Sampdoria di Mihajlovic per «conquistare» la rivincita contro la Juventus, che andrebbe in scena nei quarti in programma il 21 gennaio sempre all’Olimpico.
LA FAME D’altronde, la voglia dell’attaccante di ritrovare il tempo perduto è comprensibile. Dopo un 2013 vissuto come un incubo per via del brutto infortunio rimediato proprio nel gennaio di un anno fa, si è ripreso la Roma con piglio da protagonista, visto che il suo score attuale è di tre gol in quattro partite. L’unica stecca (si fa per dire) è stata di gruppo, quella di domenica scorsa a Torino. Motivo in più per riprendere la corsa già da stasera, anche perché poche settimane fa aveva detto: «Siamo forti, giochiamo bene e abbiamo un grande gruppo».
IMPLACABILE Probabile, ma la Roma stasera ha bisogno di quel cannoniere che nel 2012-2013 in Coppa ha fatto gol prima all’Atalanta, poi alla Fiorentina in trasferta – in un supplementare dai toni epici – e quindi tre volte all’Inter in una doppia semifinale che ha segnato il suo percorso. Il motivo? Facile. Nella sfida d’andata subì quell’infortunio al ginocchio che lo mandò sotto i ferri del chirurgo per l’operazione al menisco, ed in quella di ritorno ritrovò quella maglia da titolare (santificata da una doppietta) che gli fece supporre come il calvario fosse definitivamente dietro le spalle. Purtroppo non andò così, tant’è che le ansie per Destro ricominciarono in fretta, fino al lieto fine consumato a dicembre.
ESORDI A supportare l’attaccante, comunque, stasera ci sarà una Roma inedita, una sorta di rivoluzione dolce. Ovvero: sicuro esordio per il portiere Skorupski, probabile per il baby croato Jedvaj, possibile (dall’inizio: perché in corsa ha già giocato) per l’altro baby Federico Ricci e dentro i tre squalificati di domenica: Castan, De Rossi e Ljajic, con turno di riposo in vista stasera per Maicon, Benatia e Totti.
GARCIA E LA STELLA Di sicuro, però, quella di Garcia non è una sottovalutazione dell’impegno. «Vincere un trofeo sarebbe la strada più rapida per tornare in Europa – dice il francese – e poi attaccare una piccola stella sulla maglia (quella della decima Coppa Italia, ndr ) non sarebbe male». Vero, ma proprio per questo c’è bisogno che stasera Destro guidi una Roma che non sia in vena di fare scherzi a nessuno. Anche se la Samp all’Olimpico evoca ancora brutti ricordi, come la sconfitta casalinga che nel 2010 costò virtualmente lo scudetto. Ogni scongiuro ovviamente è lecito.