(A. Austini) Si gioca all’Olimpico il 21 gennaio alle ore 21 come da calendario? Chissà, bisogna aspettare una settimana per saperlo. Così dovrebbe essere, a meno che l’Atalanta non si prenda la briga di battere il Napoli al San Paolo nella sfida degli ottavi in programma mercoledì prossimo. In quel caso, con il contemporaneo successo della Lazio sul Parma, secondo un’assurda norma della Lega si dovrebbe invertire il campo di Roma-Juventus, visto che si può disputare una sola partita dei quarti di finale nello stesso stadio – in quel caso sarebbe Lazio-Atalanta – nonostante il calendario stilato (dalla Rai…) già preveda una settimana di distanza tra gli impegni delle romane.
Lo specifica, per modo di dire, il quarto comma dell’articolo 3.7 del regolamento in vigore del torneo: «Se due Società che disputano le gare interne sul medesimo campo hanno concomitanza di gare dei quarti di finale in casa – spiega la cervellotica postilla – la vincente della Competizione o, in subordine, la Società meglio classificata in Campionato al termine della stagione precedente a quella in cui si disputa la Competizione mantiene il diritto di giocare in casa, mentre l’altra subisce l’inversione del campo». Visto che l’ultima Coppa l’ha vinta la Lazio, toccherebbe ai giallorossi traslocare a Torino. E poco importa se il match contro Juve si giocherebbe una settimana prima dell’eventuale sfida tra biancocelesti e Atalanta.
Evidente come non ci sia alcuna concomitanza temporale, eppure il regolamento questo dice, o meglio direbbe. La Roma ci è già passata lo scorso anno: allora la gara dei quarti con la Fiorentina fu spostata al Franchi per evitare «concomitanza» con Lazio-Catania che si era giocata una settimana prima. A nulla servì il ricorso presentato dai legali giallorossi: la Corte di Giustizia Federale se n’è lavata le mani giudicando il reclamo «improponibile» in quanto la materia non spetta alla stessa Corte. Il precedente poteva quantomeno portare a una modifica del regolamento, ma nessuno ha pensato di cancellare o specificare meglio il comma della discordia.
Ora in Lega tutti tifano per il Napoli (o il Parma), così eviterebbero di dover affrontare di nuovo la questione: se passano gli azzurri, infatti, sarà Napoli-Lazio e Roma-Juventus in virtù del numero assegnato al sorteggio. Idem in caso di un Napoli-Parma o di un Parma-Atalanta. Ma quell’unica possibilità su 4 lascia il calendario in sospeso.
Ieri, per non saper né leggere né scrivere, dopo una riunione mattutina dei dirigenti la Roma ha deciso di mettere comunque in vendita i biglietti dell’Olimpico per la sfida con la Juve del 21. Nessuno vuole pensare all’ipotesi inversione tantomeno aspettare le partite di Lazio e Napoli della settimana prossima: resterebbero solo cinque giorni per vendere i tagliandi di una gara sentita come quella con la Juve. Ovviamente, in caso di inversione, i tagliandi già acquistati saranno rimborsati dalla società. Ma partirebbe anche un nuovo reclamo, magari ad altri organi competenti. Perché giocare all’Olimpico o allo «Stadium» fa tutta la differenza del mondo. Ieri qualcuno a Trigoria l’ha buttata lì: se dovessero spostarla a Torino, la Roma stavolta non si presenta proprio.